Le giostre medievali hanno origine con gli esercizi preparatori all’arte militare che nel Medioevo coinvolgevano e interessavano i nobili ma anche uomini di altri ceti, che potevano in questo modo mettere alla prova la propria capacità nel difendere la comunità.
Una di queste giostre era la Corsa all’Anello che si svolge nella città di Narni, dove si poteva dimostrare la propria abilità in sella a un cavallo centrando un anello. Giostre, questa di Narni come numerose altre in Italia, che venivano fatte in occasione di festività o in onore del Santo Patrono.
L’attuale lunghezza delle lance con cui si gareggia per la Corsa è di circa 3 metri di lunghezza, munite di punta per poter agganciare l’anello, molto simile a quella utilizzata nel basso medioevo dalla cavalleria. Tale lunghezza serviva al tempo per competere con le lance lunghe utilizzate tra la fanteria, che, per opporsi ai cavalieri, potevano anche superare i 5 metri di lunghezza.
Per quanto riguarda i cavalli, invece, era regolamentato negli Statuti Comunali che potevano essere impiegati anche altri animali purché adatti alle corse: erano, quindi, esclusi quelli utilizzati, ad esempio, per attività agricole.
Parlando di fanteria, possiamo ricordare da chi era composta quella narnese: dai cosiddetti pavesatori, uomini forniti di pavese, un’arma difensiva che rassomigliava a un grande scudo, e armati di ferri come ad esempio lance, ronchi e spiedi, come armi offensive. C’erano, inoltre, i balestrieri, muniti di balestra, un’arma da lancio che poteva essere realizzata in legno o corno e nota perché estremamente potente e precisa.
Negli Statuti vengono anche riportate le norme che regolavano l’ascesa all’onore di “cinguli militaris”, intendendo con cingolo niente altro che la cinta con cui veniva appesa la spada, considerata una nobile arma cavalleresca. Chi aspirava a questa carica in particolare poteva farlo sia in onore del patrono che in qualsiasi altro tempo.