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Viterbo città di storia, leggenda e bellezza medievale

Nel cuore della Tuscia, nel centro dell’Italia, si trova Viterbo, una città dalle radici antiche che affascina con la sua bellezza medievale e il suo fascino senza tempo.

Conosciuta per la sua architettura e le sue acque termali, Viterbo si distingue come una gemma nascosta che racchiude secoli di storia e cultura.

Una passeggiata attraverso le stradine lastricate di Viterbo è come un viaggio indietro nel tempo. La città è rinomata per il suo centro storico ben conservato, che mantiene ancora la sua originale struttura medievale. Le strette viuzze del quartiere medievale sono costellate da palazzi nobiliari, chiese e fontane, ognuna delle quali racconta una storia unica della ricca eredità culturale di Viterbo.

La famosa Piazza del Plebiscito, con la sua imponente fontana del XVII secolo, è il luogo ideale per immergersi nell’atmosfera autentica della vita viterbese. Proprio di fronte al cinquecentesco Palazzo dei Priori campeggia la Chiesa di Sant’Angelo in Spatha; le prime attestazioni di un luogo di culto dedicato a San Michele Arcangelo risalgono all’850 e si registrano in una bolla di Papa Leone IV. Ciò che oggi si può ammirare è però il frutto del restauro avviatosi nel 1746; della precedente struttura rimane solo una traccia sul lato esterno della costruzione.

Sulla facciata è possibile notare un sarcofago, raffigurante scene di caccia al cinghiale: si tratta di una copia, realizzata dai fratelli Fumari, dell’originale che è invece conservato all’interno del Museo Civico L. Rossi Danielli. Questo sarcofago in marmo bianco, risalente al periodo etrusco-romano, era posto in origine nel portico di Sant’Angelo e, secondo la tradizione locale, non suffragata da documenti d’epoca, dal 1158 fungeva da monumento funebre della Bella Galiana. Si tratta, quindi, di un’importante testimonianza di arte funeraria e offre un’interessante finestra sulla storia, sulla tradizione e sulla cultura dell’antica Viterbo.

La leggenda

Ciò che narra il bassorilievo sul sarcofago riguarda un’antica leggenda: in tempi antichi i Viterbesi erano costretti a sacrificare annualmente una fanciulla alla feroce “Troia Bianca” per evitare catastrofi. Questo tributo si svolgeva ogni anno a Pasqua, quando la prescelta veniva legata nuda a un masso presso il fiume Paradosso per essere divorata dall’animale. Un anno la vittima designata fu proprio Galiana, una giovane viterbese di straordinaria bellezza e virtù, amata da tutta la città. Giunto il momento del sacrificio però un leone intervenne e uccise la bestia, salvando la giovane. La memoria di quel momento fu fissata sul grande masso del sacrificio, dove venne scolpita un’immagine indelebile: il leone che assaliva il feroce cinghiale, le donne fuggenti e impaurite, mentre gli uomini si preparavano alla difesa brandendo le armi.

Sarcofago originale, Museo Civico “Luigi Rossi Danielli”. Vista frontale.
Sarcofago originale, Museo Civico “Luigi Rossi Danielli”. Vista laterale.

Nonostante le numerose proposte di matrimonio, Galiana rifiutò ogni pretendente. Quando un principe romano assediò la città per lei, Viterbo resistette con coraggio. Il principe, ferito dai viterbesi, chiese in punto di morte di vedere per un’ultima volta la fanciulla, ma ordinò contemporaneamente ai suoi sodali il suo assassinio. Ignara, Galiana brindò all’uomo affacciandosi da una torre nei pressi di Valle Faul e una freccia la colpì mortalmente. Secondo la tradizione, Viterbo le tributò un funerale solenne, utilizzando il macigno scolpito come sarcofago; venne poi posto sulla facciata di Sant’Angelo in Spatha con una lapide commemorativa.

Riproduzione del sarcofago, oggi visibile sulla facciata della chiesa Sant’Angelo in Spatha

Ovviamente trattandosi di un’antica leggenda, le versioni tramandate nei secoli sono molteplici e con piccoli elementi differenti, questa sembra essersi sviluppata dai temi del ciclo carolingio. Ciò che è certa è la straordinaria bellezza di Galiana, che sarebbe morta naturalmente nel 1158, tanto che ancora oggi la sua storia è presente nel folklore viterbese.

In conclusione, Viterbo si rivela come un tesoro nascosto che attende di essere scoperto. Con la sua ricca storia, la sua bellezza architettonica, la sua vibrante cultura vivente e le sue vivaci leggende popolari, Viterbo è una destinazione che incanta i viaggiatori in cerca di autenticità e di un legame profondo con il passato, una vera gemma nascosta dell’Italia, pronta a incantare ogni visitatore che vi si avventura.

Palazzetto Poscia. Secondo la tradizione, casa della bella Galiana
Torre del Branca o della Bella Galiana, nei pressi di Valle Faul. Secondo la tradizione Galiana si affacciò da qui quando fi trafitta dalla freccia (foto di Mauro Galeotti)
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