I musei sono i luoghi della memoria ma anche della scoperta. Il passato dialoga con il presente ed ispira il futuro attraverso gli oggetti, le storie, le vite degli uomini illustri e comuni. Dove è possibile capire il perché di una parola, dove puoi emozionarti davanti ad un quadro o impressionarti per la genialità di un artista. Luoghi vivi quindi, dove si impara e si cresce.
Sono tante le curiosità che un museo può celare. Abbiamo deciso di rivelarvene alcune fra le più sfiziose e particolari; sono solo degli assaggi che potranno essere arricchiti da una visita fisica nei siti suggeriti.
Lo sapevi che il teschio non è solo simbolo di morte?
Il significato del teschio può variare a seconda del contesto culturale all’interno del quale è inserito. Nel mondo dell’arte il teschio è il simbolo di meditazione sulla morte e sulla vita eterna. Spesso viene raffigurato nei dipinti accanto a eremiti, filosofi e Santi come Girolamo, Francesco d’Assisi e Maria Maddalena.
L’idea di rappresentare il teschio nasce dalla consapevolezza che la vita, così come la morte, resta per gli uomini un mistero.
Il simbolo del teschio inizia a essere rappresentato a partire dall’epoca medievale ma trova splendore in epoca Seicentesca. Rimanda al concetto di Vanitas che spesso viene rappresentata con oggetti di varia utilità come fiori, ceste di frutta e ornamenti i quali vengono accostati al cranio. Con il termine Vanitas si fa riferimento al concetto di tempo che scorre, dove nulla viene risparmiato alla morte. L’unica certezza è proprio la fine che si contrappone all’incertezza del vivere.
In ambito religioso, il teschio con le ossa incrociate, rappresentazione di Adamo, viene spesso rappresentato ai piedi della croce in contrapposizione a Gesù, il nuovo Adamo.
Nella seconda metà dell’ottocento, in epoca vittoriana, era usanza ritrarre i morti prima di essere sepolti, come se fossero ancora vivi, per sigillare nella memoria dei posteri il destino che li aspetta e per idealizzare la speranza di salvezza e di bellezza eterna.
In epoca contemporanea, infatti, il teschio ha un significato positivo che rimanda all’eternità (teschio con ossa intrecciate), al cambiare della vita (con le farfalle), all’immortalità (con i serpenti).
Presso il Museo Colle del Duomo di Viterbo il teschio figura nel dipinto di Giuseppe Sandri dal titolo Maddalena penitente risalente alla seconda metà dell’Ottocento: la Maddalena distende il suo braccio sinistro fino a toccare il teschio, tradizionale attributo iconografico della santa penitente.
Oltre alle raffigurazioni pittoriche nello stesso museo è possibile vedere un saggio di scavo archeologico con alcune sepolture a loggetta datate al XII e XIII secolo; alcuni teschi, affiancati da ossa, si conservano ancora all’interno delle tombe.
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