Bozzetti di Domenico Corvi

Il Battista di fronte a Erode di Domenico Corvi
Tempera su carta
1756
Domenico Corvi
cm. 17 x 24

 

La decollazione del Battista

E’ l’interno di un grande edificio in cui le figure rappresentate sembrano disperdersi a causa delle gigantesche colonne. Questo bozzetto è stato realizzato dal Corvi “al lume di notte”; la composizione viene rischiarata da una torcia che accresce l’effetto drammatico della scena che vede un gruppo di persone poste al suo centro; una di esse, inginocchiata, porge il collo al fendente tenuto dalla figura posta alla sua destra. L’effetto che se ne ricava è statico nonostante il gesto sia teatrale.

Questo bozzetto preparatorio per l’affresco della controfacciata della Chiesa del Gonfalone di Viterbo è uguale per dimensioni e per fattura a quello preparatorio con tema “Il Battista di fronte ad Erode” . E’ incorniciato dentro profili che riprendono quelli delle cornici architettoniche in cui l’affresco doveva essere inserito.

 

Il Battista di fronte a Erode

La scena raffigura, in primo piano, Erode sopra un trono che sovrasta un gruppo di personaggi posti a formare un semicerchio. Di fronte ad Erode, Corvi raffigura San Giovanni Battista che lo indica con il braccio destro in segno di accusa. L’azione si svolge all’interno di un edificio imponente sullo sfondo del quale la resa drammatica degli effetti di luce rende poco chiara l’immagine di un gruppo di uomini armati sull’estrema destra.

Bozzetto Corvi con S. Giovanni Battista di fronte ad Erode

Per quanto riguarda l’esegesi figurativa del bozzetto, Stella Rudolph nel 1982 vi notò un ascendente di Corrado Giaquinto, della maniera di Gregorio Guglielmi e di Luigi Vanvitelli, conosciuta dal Corvi tramite l’unica opera viterbese di questo presente nella Chiesa del Gonfalone.
Inoltre l’ambientazione della scena attesta come la visione che il Piranesi aveva sull’antichità classica avesse trovato nel Corvi un buon osservatore: infatti nel 1756 l’artista viterbese osservò la serie di incisioni di Giovan Battista Piranesi, “Antichità romane”, da cui riprese l’utilizzo del monocromo per la realizzazione del bozzetto.

DOMENICO CORVI (Viterbo 1721- Roma 1803)

Domenico Corvi, pittore viterbese che nel sec. XVIII esercitò un indiscusso primato nella cultura figurativa romana. Nel 1756 l’artista viene chiamato ad affrescare, in collaborazione con i concittadini V. Strigelli e A. Falaschi, l’oratorio viterbese del Gonfalone, che rimane una delle più significative testimonianze della sua attività pittorica. Nello stesso anno entrò all’Accademia di San Luca dove operò sotto la direzione di Francesco Mancini. L’apprendistato presso uno dei pittori più accreditati dell’ambiente artistico romano non comportò, però, un facile avvio professionale. L’esordio nella città capitolina avvenne solo nel 1758 con la serie di tele commissionate dal Cardinale Domenico Amedeo Orsini e con la pala d’altare raffigurante San Michele Arcangelo per la chiesa di Trinità dei Monti.

BIBLIOGRAFIA
– I. FALDI, I Pittori Viterbesi, Roma 1970, pp. 354-355.
– G. TIZIANI, Tre bozzetti del Corvi, nel catalogo della mostra “Domenico Corvi”, a cura di V. CURVI- – A. LO BIANCO, Roma 1998, p. 90.
– G. TIZIANI, La fortuna di Domenico Corvi. Alcuni inediti, in “Informazioni”, 6, 1989, pp. 67-78.
– N. ANGELI, Chiesa del Gonfalone di Viterbo. Storia e arte, vol.I°, Viterbo 1973.
– S. RUDOLPH, Primato di Domenico Corvi nella Roma del secondo settecento, in “Labyrinthos”, I, 1-2, 1982, pp. 9-10.
Contratto redatto il 22 aprile del 1756 per l’esecuzione degli affreschi nella chiesa del Gonfalone a Viterbo.

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