Il Palazzo Doebbing, oggi sede museale, nasconde una storia lunga e fascinosa. Esso attesta le antiche radici cristiane della città sin dai primi secoli del Medioevo. La struttura infatti, è stata sede episcopale fino al 1986. Fece seguito una fase di abbandono.

Tra il 2010 e il 2018 il palazzo è stato oggetto di un lavoro di restauro. La ristrutturazione è stata voluta dalla Diocesi di Civita Castellana, finanziata dalla Regione Lazio e diretta dall’architetto Romano Adolini.
Ne è derivato un ambiente ammaliante e suggestivo, capace di coniugare un alone antico e uno spirito moderno. In un mix tra tradizione e innovazione, infatti, le sale espositive lasciano quasi senza fiato. Attraversando gli ampi spazi, inoltre, si può godere di vedute panoramiche che si perdono all’orizzonte tra i tetti di Sutri e la sua zona archeologica.
Il Vescovado perciò, diviene un Museo che, su proposta di Vittorio Sgarbi, curatore della mostra ed ex sindaco del paese, viene intitolato al vescovo Doebbing.
Chi era Doebbing? Perché questa scelta?
Il Palazzo ha conosciuto il suo periodo di massimo splendore proprio nei primi anni del Novecento. Un ruolo fondamentale, in tal senso, è stato giocato proprio da Padre Joseph Bernard Doebbing.
Egli nacque in Germania nel 1855 e fu eletto nel 1900 Vescovo di Nepi e Sutri. Monsignor Doebbing, uomo di fede e di rara cultura, realizzò numerose opere di restauro nel palazzo vescovile: gran parte di ciò che vediamo oggi è il risultato delle sue azioni. Il nome scelto per il museo perciò, intende omaggiare la sua figura, il suo operato e il suo ruolo di fondamentale importanza.
A lui infatti, si deve la struttura neogotica dell’edificio, l’aggiunta delle merlature e della piccola torre dell’orologio. Egli inoltre, ha promosso importanti opere sull’educazione dei giovani, del clero e del popolo. Morirà a Roma nel 1916 dopo breve malattia.
Il Vescovo Doebbing: lo stemma al Museo
Il Vescovo Doebbing è celebrato nel Museo tramite la scelta del nome, ma non solo. Visitando la sezione permanente di Arte Sacra e Arte Antica infatti, è possibile ammirare il suo ritratto e il suo stemma.
Nello stemma, in particolare, si notano, nell’immediatezza, due diverse sezioni. Nella metà superiore si distingue l’immagine dell’ordine dei francescani, nonché due braccia incrociate con, in una delle due, la manica di un saio; al centro vi è una croce che irradia la luce. Nella metà inferiore invece, si notano un terreno e un albero, la cui chioma, innalzandosi verso l’alto, indica la direzione a cui tendere spiritualmente. Spiccano poi, un rastrello e uno stivale, che designano la volontà di mantenere “pulito” il terreno del proprio cuore che dovrà seguire il cammino della fede, cammino tracciato dai passi del piede. Le orme infatti, sono dirette verso l’albero prima, e verso il cielo poi.
Visita il Museo di Palazzo Doebbing
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