Anche allontanandosi dal quartiere medievale della città, Viterbo offre a tutti i suoi visitatori scorci particolari e storie suggestive. A piazza del Plebiscito, ad esempio, si nota facilmente un arco che collega Palazzo dei Priori al Palazzo del Podestà, proprio all’inizio di via Ascenzi; questo è noto come “Arco di Pippo”, voi sapete perché?
Prima di scoprirlo è necessario fare una piccola premessa proprio sul dedicatario della via, sopra cui si trova questo camminamento. Ascenzi nacque il 3 giugno 1893 da una famiglia originaria di Penne S. Angelo, un paese marchigiano della provincia di Fermo. Il nonno, trasferitosi a Viterbo, aveva fondato una fabbrica di fiammiferi, che fu portata avanti dal padre; è proprio nel capoluogo della Tuscia che il giovane Ascenzi spenderà la sua infanzia ed avrà il suo primo approccio con il mondo del lavoro.
Mentre l’attività di famiglia volgeva al declino, l’Italia si trovava coinvolta nella Prima guerra mondiale e Ascenzi, che finiti gli studi di ragioneria si era arruolato, si distinse come Tenente di artiglieria, ricevendo la medaglia di bronzo al valore militare, in seguito ad una grave ferita riportata durante il conflitto, dalla quale guarì quasi miracolosamente grazie a un intervento sperimentale.
Dopo la guerra Ascenzi si dedicò nuovamente agli studi, laureandosi nel 1920 in ingegneria civile, e alla carriera politica e amministrativa. Fu Commissario Straordinario e, successivamente, Presidente dell’Amministrazione della Provincia di Viterbo dal 1927 al 1929. A seguire fu anche Deputato alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni dal 1929 fino alla sua morte prematura avvenuta il 15 aprile 1943. Durante il suo mandato contribuì attivamente alla ristrutturazione edilizia di Viterbo tra le due guerre mondiali.
Nel 1931 assunse l’incarico di Podestà di Viterbo, continuando a lavorare per il progresso e lo sviluppo della città.
Una delle sue iniziative più rilevanti fu la realizzazione della copertura del fosso Urcionio nel tratto compreso tra piazza G. Verdi e via Marconi. Questo progetto era stato approvato dal suo predecessore, Antonio Maturi, ma fu Ascenzi a portarlo a termine, dedicandovi le proprie energie e competenze.
Un particolare omaggio a Filippo Ascenzi è rappresentato dall’Arco di Pippo, situato nella zona che conduce da Piazza del Plebiscito al Sacrario. Questo arco fu autorizzato da Ascenzi durante il suo mandato come Podestà di Viterbo e fu costruito nel 1936 in sostituzione di un arco preesistente, ampliando il passaggio per agevolare il flusso del traffico automobilistico da Piazza del Plebiscito a Piazza Martiri d’Ungheria. Prima della realizzazione di questo arco, chi attraversava Piazza del Plebiscito, si immetteva in Via della Pescheria per raggiungere Via Valle Piatta, passando di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Salute; ora invece era possibile raggiungere il Sacrario percorrendo quella che fu prima via Littoria, poi via della Libertà e, dal 1946, via della Repubblica. Questa strada fu in seguito intitolata a Filippo Ascenzi nel 1960, su proposta di Duilio Mainella, un noto repubblicano.
L’Ing. Ascenzi è stato uno degli artefici della ristrutturazione urbanistica di Viterbo; questi interventi hanno contribuito a trasformare Viterbo in una città più vivibile, funzionale ed esteticamente piacevole. Il suo impegno come Podestà, Commissario della Provincia e Deputato, insieme alle sue competenze di ingegnere, ha contribuito alla modernizzazione e al progresso della città tra le due guerre mondiali e l’Arco di Pippo, in memoria del Podestà che lo fece realizzare, è ancora oggi il simbolo tangibile del suo impegno per il patrimonio architettonico di Viterbo.