Poche sfaccettature ci rivelano tanto sulla storia di una civiltà quanto l’analisi della sua alimentazione. Quest’ultima non solo riflette i gusti culinari, ma anche la struttura economica, sociale, le concezioni culturali e la mentalità di un’epoca. La cucina medievale europea ha radici profonde nella tradizione romana, con l’influenza successiva delle abitudini dei popoli germanici che si erano insediati in diverse regioni del continente.
Durante il Medioevo, l’alimentazione variava in base al clima, alle caratteristiche geografiche, agli eventi storici e al calendario liturgico. Nell’Europa del Nord, la dieta era prevalentemente a base di carne, mentre nell’area mediterranea dominava il consumo di cereali. Di solito, si facevano due pasti al giorno: un pranzo sostanzioso e una cena più leggera la sera. Gli spuntini tra i pasti erano comuni, ma variavano anche in base alla classe sociale, poiché coloro che non svolgevano lavori manuali pesanti ne facevano spesso a meno.
I cereali costituivano la base di ogni pasto, consumati sotto forma di pane, farinate, polenta e pasta. Tra i cereali utilizzati vi erano il farro, l’orzo, l’avena e il frumento, con la segale che divenne il cereale più diffuso. Le tavole medievali ospitavano anche una varietà di formaggi, molti dei quali sono giunti fino a noi, tra cui l’edam olandese, il brie, la ricotta, il burro e il pecorino. Il consumo di frutta era diffuso e veniva servita fresca, essiccata o conservata, includendo mele, ciliegie, pere, noci, mandorle, castagne. La carne e le verdure di qualità superiore erano principalmente destinate alla tavola dei ricchi.
Durante l’inverno, veniva macellato un gran numero di animali e la carne veniva salata per la conservazione. Solo pochi potevano permettersi carne consumata sotto sale, principalmente di maiale, agnello o pollo. I ricchi potevano contare anche sulle riserve di caccia. Il vino era una bevanda comune e prestigiosa, spesso preferita all’acqua, la quale non era sempre potabile. Questo modello alimentare perdurò fino all’inizio del Seicento, quando la cucina europea si arricchì con l’introduzione di prodotti provenienti dall’America.
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