LA MOSTRA
Dal 30 marzo al 30 giugno 2015 sarà la mostra Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo. Nobile sede dell’evento il braccio Carlo Magno in Piazza San Pietro a Roma.
Obiettivo della mostra è la riscoperta e valorizzazione di sculture preziose diffuse su tutto il territorio delle diocesi laziali.
Saranno in mostra cinque secoli di produzioni artistiche con uso di materiali nobili e pietre preziose; croci, calici, reliquiari e altre suppellettili sacre testimoniano la fede ma anche la munificenza dei committenti laici e religiosi.
Questi preziosi oggetti, spesso non fruibili dal pubblico perché conservate in sagrestie o raccolte diocesane, di colpo sono esposte per tre mesi agli occhi del mondo, ambasciatori delle bellezze del territorio di provenienza.
I PEZZI DEL MUSEO COLLE DEL DUOMO
La rappresentanza della Diocesi di Viterbo è stata affidata a numerosi pezzi di oreficeria sacra. Tre in particolare sono partiti dal capoluogo:
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Il busto reliquiario di san Sisto II
San Sisto è salito al soglio pontificio nel 257 e è stato martirizzato nel 258 durante l’impero di Valeriano. Il Busto del Colle del Duomo proviene dalla Chiesa di san Sisto. Ha una base in metallo dorato sostenuta da peducci sferici; ricchi decori a punzone sono sul paramento, sulla stella raggiata e sulla tiara. Pietre dure diffuse su tutta l’opera la arricchiscono ulteriormente. Vi è un’iscrizione che recita: Capitis s.tî Sixti pape Viterbii condito. L’opera è nominata da Niccolò della Tuccia, in occasione di una processione ordinata da Monsignor Pietro di Francesco, vescovo di Viterbo e Toscanella, il 20 Settembre 1467 quando si dice trasportato nella processione in onore della Madonna della Quercia in «un tabernacolo di legname portato da quattro preti». Da questa notizia si è ipotizzato che l’opera fosse esistente almeno negli anni ‘40 del XV secolo.
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Croce con stauroteca
Realizzata nel 1634 da Giovanni Francesco Frangi su input dell’allora vescovo di Viterbo Tiberio Muti. Lo stesso cardinale fece riporre un frammento del Sacro Legno al centro di una croce trecentesca. La forma della croce richiama la tradizione bizantina ripresa nel tardo gotico dalla tradizione francese. E’ una delle poche opere certe di Frangi, autore molto attivo nel seicento a Roma, anche se si conoscono solo rarissime opere certe.
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Il reliquiario a forma di angelo offerente
ospita all’interno quanto rimane della mandibola di San Giovanni Battista. Il ritrovamento della reliquia è attestato nel 1376 nella Cattedrale di San Lorenzo ed è ricordato dall’epigrafe posta al fianco del reliquiario. Nell’iscrizione si legge:
DENOTAT HOC SIGNU(M) / LOCU(M) REV(ER)ENTIA DIGNU(M) / PLURIMIS IN ANNIS / LATUIT HIC BARBA IOH(ANNI)S / B(AR)B(A) [mandibola] B(AR)B(A) / I(N)VENTA ANN(O) D(OMI)NI M.CCC.D.XXVI” “Questo segno indica / un luogo degno di venerazione/ per molti anni /qui rimase nascosta la mandibola di Giovanni/ barba [mandibola] barba/ ritrovata nell’anno del Signore 1376”.
Nell’iscrizione si nota anche una correzione dovuta ad un errore dello scalpellino che inizialmente usò erroneamente la lettera D al posto della L per indicare il numero romano cinquanta. La data di realizzazione del reliquiario è derivata da un atto rinvenuto dal Signorelli che ricorda “Il Comune poi, nel riformare gli statuti (1469), ordinò che a spese del pubblico si facesse un onorevole e decente ciborio per riporvi le reliquie del mento di San Giovanni Battista. (Libro IV Rubr 69) Soltanto nel 1481 si addiveniva alla ricognizione delle reliquie di San Giovanni e riparazione del reliquiario (Riforme XXI f. 57)”
GLI OBIETTIVI DELLA MOSTRA
Una mostra di sicuro valore che può superare i confini prettamente culturali. Una vera e propria azione di marketing territoriale volta a promuovere il Lazio fuori Roma frutto del lavoro coordinato delle autorità vaticane e dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio. Protagonisti in particolare, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, la Soprintendente Anna Imponente e della dott.ssa Benedetta Montevecchi.
Per chi volesse visitare la mostra Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo questi sono i riferimenti:
Orari: lunedì-venerdì dalle ore 9,30 alle 17,30; mercoledì dalle 13,30 alle 17,30; sabato ore 10-17; chiuso domenica e festività vaticane (fino al 30 giugno 2015)
Web: Mibact