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Le epigrafi di Palazzo Eroli

Il museo di Palazzo Eroli di Narni custodisce attualmente solo una parte del patrimonio epigrafico pertinente a Narni romana, costituita da ciò che resta di quanto raccolto da Giovanni Eroli nell’atrio del palazzo comunale alla fine del XIX secolo. I pezzi esposti sono un totale di 26 iscrizioni, rispetto alle 47 esistenti causa la loro ricollocazione in altre sedi o la loro perdita.

Come già accennato, la raccolta della grande maggioranza delle testimonianze epigrafiche narnesi si deve alla lunga e instancabile attività di Giovanni Eroli, le cui schede confluirono in seguito in una raccolta curata da Eugenio Bormann. Oltre a verificare e rintracciare le iscrizioni note da tradizione manoscritta, Eroli copiò e raccolse una ventina di nuovi testi, in parte trascrivendoli e in parte trasferendoli nella propria collezione privata di antichità, andata poi dispersa.

Con la supervisione dello stesso Eroli, la gran parte di questi lotti di iscrizioni fu trasferita nel corso del tempo in proprietà del Comune di Narni insieme con alcuni dei testi già noti in precedenza e da lui stesso recuperati. Questi 26 pezzi, facenti parte della raccolta, comprendono tre iscrizioni di cui una onoraria e le altre due funerarie paleocristiane, oltre che un’iscrizione inedita presente alla base della fronte del sarcofago con mito di Meleagro. Della raccolta fa parte anche un’iscrizione dedicata a Nerva rinvenuta nel Mausoleo di Augusto e presente al Museo attraverso un calco in gesso.

La maggior parte del gruppo di iscrizioni esposte al Museo è di carattere funerario e altre, oltre le sopracitate, fanno riferimento ad opere pubbliche. Le iscrizioni di carattere funerario, seppur più semplici ed usuali, ci permettono di analizzare l’origini, la vita familiare, la condizione civile e sociale dei personaggi e di creare collegamenti tra la realtà cui appartenevano i defunti e la realtà economica del territorio narnese.

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