Tra i reperti più prestigiosi ritrovati nel Tumulo Chigi, presso Monte Aguzzo a Formello, certamente vi è il cosiddetto ‘Alfabetario’ di Formello.
Si tratta di un’anforetta in bucchero completamente ricoperta di lettere disposte su quattro file.
Le iscrizioni furono apposte da almeno due mani, entrambe destrorse.
Le sequenze epigrafiche hanno funzioni e significati diversi, infatti, oltre a dare sfoggio di una qualità grafica della scrittura, molto probabilmente, avevano connotazioni magiche e rituali.
Sulla prima riga troviamo la parola: urur. Il significato di questa parola va contestualizzato nella sfera della semantica rituale.
A metà collo del vaso c’è una sequenza alfabetica seguita da una sorta di allitterazione:
a b c d v e z h Θ i k l m n s o p s’ q r s t u s φχ saurasazuaz
La terza riga presenta similmente altre allitterazioni e l’alfabeto:
uararzua suauzs a b c d v e z h Θ i k l m n s o p s’ q r s t u s φχ ausazsuazusauaszusa
Gli alfabetari, in generale, detengono un valore esornativo e magico-rituale e sottintendono una perfetta padronanza della scrittura. Questo vaso testimonia il passaggio da una cultura che tramandava oralmente il suo sapere a una civiltà che si avvale pienamente della scrittura, tanto da farne sfoggio riportando l’alfabeto su un elemento decorativo come l’anforetta in bucchero.
Le allitterazioni sono di difficile interpretazione, infatti, non è facile riconoscere delle voci autonome, piuttosto sembra la probabile stesura di una cantilena rituale con un possibile significato di formule magiche, anche se non possiamo esserne certi.
Nella quarta riga, in posizione centrale, un’altra mano appone un’ulteriore iscrizione con informazioni sulla produzione del vaso e del fatto che sia stato un dono. Dalla forma delle lettere possiamo dire che la mano scrivente è diversa da quella delle prime tre righe e che sicuramente è più precisa. Ecco cosa vi si legge:
mi ati anaia aχapri alice venelusi velΘur zinace azaruazaruazaruas
Il significato preciso è impossibile da determinare però possiamo capire che Anaia fa un dono a Venel. Anaia è chiamata ati cioè madre. Quindi questa anforetta potrebbe essere stata donata da una madre al figlio defunto. A questo possiamo certamente unire i significati precedenti delle formule magiche che potrebbero essere una protezione per il figlio.
La seconda parte dell’iscrizione, invece, sembra essere la firma dell’artigiano o dell’officina produttrice.
L’Alfabetario di Formello è sicuramente uno dei pezzi più importanti del corredo funebre del Tumulo Chigi. La famiglia a cui apparteneva il vaso era sicuramente colta e padroneggiava abilmente la scrittura.
Ma nel significato che intuiamo da quanto scritto possiamo rilevare qualcosa di immutato e immutabile nonostante il trascorrere dei secoli. L’amore di una madre Anaia per suo figlio Venel che intende proteggerlo e onorarlo con un dono. Anaia ancora oggi ci dà un dono facendoci conoscere la sua famiglia e la sua cultura.
L’Alfabetario oggi è esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Nella Sala 3 del Museo dell’Agro Veientano è presente un’ampia sezione dedicata al corredo funebre del Tumulo Chigi, contestualizzando questo magnifico reperto comunque illustrato e approfondito da un pannello espositivo, oltre che ‘restituito’ virtualmente dall’ologramma del dispositivo multimediale presente nella stessa sala.