Giovan Francesco Romanelli fu un grande pittore viterbese che ebbe un meritato successo anche in Europa. Nato a Viterbo nel 1612, all’età di dieci anni iniziò la formazione a Roma presso lo zio Gaspare De Angelis e, dopo soli quattro anni, proseguì gli studi presso il Collegio dei Gesuiti nella città natale. Tornò a Roma dove svolse un apprendistato sotto la guida di Domenichino e nel 1631 venne introdotto alla scuola del Cortona. In questo periodo aiutò nella realizzazione della decorazione della cappella e della galleria di palazzo Barberini (1631-1632).
La sua mano si può vedere nell’affresco dell’Adorazione dei Pastori. Con uno stile molto simile, in quegli anni, Romanelli realizzò anche Riposo nella fuga in Egitto, conservata ad oggi nel Museo Civico di Viterbo. In quest’opera si possono notare elementi caratterizzanti, come la dolcezza sentimentale dei volti e l’accento poetico dato dal paesaggio boschivo.
I biografi raccontano che Romanelli si contraddistinse per la sua dedizione, la sua modestia, cortesia, affabilità e gentilezza1, e che questo gli permise di essere chiamato a lavorare a San Pietro anche se ancora molto giovane. Per la basilica realizzò opere come Il mistero della presentazione al tempio (1635-37) o disegni come San Pietro che libera l’indemoniata; opere che tuttavia oggi occupano spazi differenti a causa dell’inserimento di nuove opere scultoree o pittoriche collocate nei secoli seguenti.
Altri affreschi furono commissionati all’artista da papa Urbano VIII che volle vedere rappresentata la vita della Contessa Matilde di Canossa. Mentre era impegnato in questa decorazione, pur dimorando a Roma, intrattenne intensi rapporti con la città natale, rinsaldati, nella primavera del 1640, dal matrimonio con la nobile viterbese Beatrice Signorini2. Da questo matrimonio nacquero dieci figli, tra cui Urbano che continuò la tradizione paterna. Inoltre ricevette una triplice commissione per i luoghi del pontificato: si occupò degli affreschi della Galleria delle Carte Geografiche nei Palazzi Vaticani (1632-37).
Le commissioni da parte di papa Urbano VIII continuarono. Tra il 1637 e il 1642 richiese, infatti, all’artista una serie di arazzi ispirati al paramento leonino dei Giochi di Putti del secolo precedente, per decorare il Palazzo Pontificio del Vaticano. I sette cartoni a tempera degli arazzi dei Giochi di putti del 1637 si trovano oggi a Villa Lante a Bagnaia.
Lavorò, inoltre, tra il 1634 e il 1656, a una nuova serie di arazzi sulla vita di Cristo. Ideò qui una composizione per il Battesimo di Cristo che decise poi di riutilizzare nel 1648 per lo stendardo della Chiesa del Gonfalone di Viterbo. Nella facciata posteriore dello stesso, decise di rappresentare la Madonna di Misericordia.
Grazie a Urbano VIII e al cardinal nipote Francesco Barberini, Romanelli realizzò anche opere come doni diplomatici per i reali inglesi. A seguito del Card. Barberini, tra il 1646 e il 1647, si recò a Parigi ove lavorò anche per il cardinale Mazzarino. Durante il secondo viaggio a Parigi (fine 1654-1657) si occupò della decorazione degli appartamenti di Anna d’Austria nel palazzo del Louvre3.
Nel Duomo di Viterbo sono collocate alcune sue opere: la Sacra Famiglia con San Bernardino nella Cappella di San Giuseppe, e la Gloria di San Lorenzo sopra l’altare maggiore del Coro.
Il pittore di Viterbo è sepolto nella ex chiesa dei Santi Giuseppe e Teresa in piazza Fontana Grande, diventata per un lungo periodo sede del tribunale della città. Fra le cappelle gentilizie di questa chiesa ve ne era una erettavi dal famoso pittore viterbese Giov. Francesco Romanelli che, morto nel 1662, volle ivi essere sepolto; e forse oggi sulle ceneri dimenticate dell’insigne artista seggono i giudicabili e i delinquenti4.
Altre opere di Romanelli a Viterbo
1 Giovanni Battista Passeri, Vite de’pittori, scultori ed architetti che hanno lavorato in Roma; Bologna 1976
2 Marcella Fioravanti, Lettere di artisti nella Biblioteca Comunale degli Ardenti: Giovan Francesco Romanelli e le vicende costruttive della nuova strada romana; 2005
3 https://www.gentedituscia.it/romanelli-giovanni-francesco/
4 Andrea Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti; Roma 1915-20