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Cesare Pinzi e il Palazzo Papale

Cenni biografici

Cesare Pinzi nacque a Viterbo nel 1842 nel territorio della parrocchia di San Giovanni in Zoccoli e, sempre nella stessa città, morì nel 1917 dopo forti malesseri che lo avevano già collocato a riposo nel 1912 «essendo non troppo buone le sue condizioni di salute», come si legge nella deliberazione della Giunta Municipale1.

La personalità poliedrica lo spinse a dedicarsi al teatro, dove ricoprì il ruolo di primo tenore, alla poesia, alla storia e all’archivistica. A tal proposito, l’11 maggio 1887 fu nominato componente della Commissione comunale per l’archivio storico e la biblioteca, diventando responsabile della stessa nel maggio del 18882. Il suo intervento alla biblioteca viterbese è degno di nota: risale a Cesare Pinzi, e fu perfezionata dal Signorelli, la classificazione del materiale librario in sale, laddove oltre al numero della sala (I, 11,111, etc.) è altresì indicato lo scaffale, il palchetto ed il numero di posizione del volume all’interno dello stesso. Per un caso del tutto fortuito la Sala 11, quella contenente la quasi totalità delle pubblicazioni antiche e moderne interessanti Viterbo, fu una delle poche a salvarsi nel corso del bombardamento del maggio 1944 che distrusse completamente palazzo Pocci, sede della biblioteca3.

Pinzi fu autore di una fondamentale storia della città e di altre opere minori (per mole, ma non per importanza), frutto di un costante lavoro svolto prima e durante il venticinquennio in cui diresse la biblioteca civica4. Proprio grazie alla sua attività di storico, cosa che gli procurò una felice nomea (“Degnamente all’ufficio eleggendovi un concittadino che coll’amore agli studi e colle sue opere onora altamente Viterbo” così il sindaco commentò l’approvazione della nomina di Pinzi a direttore della Biblioteca), nel 1895 venne nominato Regio Ispettore onorario agli scavi e ai monumenti. L’anno successivo si occupò dei lavori di restauro del Palazzo Papale.

Restauro del Palazzo Papale

Il Palazzo dei Papi è il monumento per eccellenza di Viterbo: racconta la storia della città, il suo punto d’origine, le sue lotte, e le trasformazioni artistiche e architettoniche che l’hanno attraversata. Di fatto, come tutti i punti di particolare interesse, anche il Palazzo ha subìto diversi rimaneggiamenti che negli anni ne hanno mutato profondamente l’aspetto.
Quello che fece Cesare Pinzi nell’opera Il Palazzo Papale nell’arte e nella storia (Viterbo, 1910) fu ricostruire le trasformazioni del monumento nei secoli, dalle deturpazioni al ripristinamento.

Riassunti a inizio capitolo i cambiamenti del Palazzo nei secoli, nel testo sopracitato commentò le grandi modifiche fatte fare dal cardinal De Gambara alla metà del XVI secolo: se non che, l’innalzamento della nuova fabbrica (la controfacciata fatta realizzare dal cardinale), destinata a nascondere le più invise anticaglie del nostro palazzo papale, rendeva necessario anche l’innalzamento del tetto nel salone dei conclavi, per congiungerlo in un solo displuvio col tetto della erigenda Vicaria. Ma il De Gambara, audace e poco riguardoso riformatore, non esitò neppure un momento ad immolare tutte le ragioni della storia e dell’arte, dinanzi al proposito di dare una fisionomia più moderna alla sua dimora episcopale. Elevò quindi al di fuori il muro di prospetto della nuova Vicaria, facendo sparire dietro questo, senza un’ombra di rimorso, la facciata del palazzo antico5.

Grazie alle sue attente analisi, Pinzi venne incaricato di supervisionare i lavori di restauro che interessarono il monumento.Scrisse infatti: Il Palazzo subì molti rimaneggiamenti nella seconda metà del secolo XVI, e fu allora che la sua facciata e la maestosa scalea sparirono sotto barbare sovrapposizioni, che sformarono e nascosero in gran parte l’iconografia d’un così cospicuo monumento. E fu solo di recente che si scopersero le tracce dell’antico prospetto nelle finestre a feritoia, e nei belli finestroni a bifora ritrovati nell’interno delle mura.
Intanto il restauro del Loggiato, che era la parte più difficile e fatiscente del monumento, veniva felicemente compiuto.

[…]
Ma fin dal principio del secolo XIV questo leggiadro edificio minacciava rovina e Giovanni XXII, con la sua Bolla da Avignone del 13 agosto 1325, comandava al Comune: << che si provvedesse al restauro, sinora negletto, della nostra Loggia Viterbese; temendosi il grave danno che deriverebbe a Noi ed alla Chiesa Romana dalla sua caduta, che si dice imminente.>> […] Poco dopo il prospetto posteriore crollò; e perché non rovinasse anche quello riguardante la piazza, non si seppe far di meglio che riempire di un muro posticcio i vani tra le colonne e dentro gli archi, deturpandone così la parte più gentile.
In tale stato la Loggia giunse sino a noi: e fu solo nel 1903 che, su proposta dello scrittore di queste pagini, nella sua qualità di Ispettore dei monumenti della Città, il Ministero della Pubblica Istruzione ne tolse a sue spese il restauro. […]
Compiuto il restauro della Loggia, si pose mano al discoprimento dell’intera facciata dell’antico palazzo innalzato nel 1266, la quale era stata occultata nel secolo XVI dal cardinal De Gambara, vescovo della Città, col soprapporgli uno sconcio fabbricato per gli uffici della sua Vicaria. […] Tutto il restauro del Monumento fu compiuto il 30 gennaio 1908 a spese dello Stato6
.

Cesare Pinzi fu un intellettuale di alto pregio che, grazie al suo lavoro, ha permesso la ricostruzione e la comprensione delle trasformazioni di tanti monumenti viterbesi, oltre al Palazzo Papale.

La grande attività storiografica del Pinzi è testimoniata dai numerosi testi che decise di donare alla Biblioteca di Viterbo. La raccolta di libri che ha regalato alla biblioteca pubblica è, quindi, anche testimonianza del suo ruolo complesso: non soltanto custode del considerevole patrimonio librario e documentario, ma attivo punto di riferimento per tutti coloro che si interessavano alla storia e all’arte della città di Viterbo e ai quali ha sempre offerto la sua competente collaborazione7.

fonti

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1992_1-2/Barbini.pdf

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/2001_1-2/Quattranni.pdf

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1996_1-4/Quattranni.pdf

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1995_1-4/Gbs.pdf

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/2020_1-8/12_Quatranni.pdf

https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1992_1-2/Gbs.pdf

Il Palazzo Papale nell’arte e nella storia; Cesare Pinzi, Viterbo 1910

I Principali Monumenti di Viterbo. Guida pel visitatore con Illustrazioni, Pianta della Città e un Appendice sulle Terme Viterbesi, Cesare Pinzi; Sette Città, Viterbo 1993. pp.79-82

1 https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1992_1-2/Gbs.pdf

2 https://www.gentedituscia.it/pinzi-cesare/

3 https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1992_1-2/Gbs.pdf

4 https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/1992_1-2/Barbini.pdf

5 Il Palazzo Papale nell’arte e nella storia; Cesare Pinzi, Viterbo 1910

6 I Principali Monumenti di Viterbo. Guida pel visitatore con Illustrazioni, Pianta della Città e un Appendice sulle Terme Viterbesi, Cesare Pinzi; Sette Città, Viterbo 1993. pp.79-82

7 https://www.bibliotecaviterbo.it/biblioteca-e-societa/2020_1-8/12_Quatranni.pdf

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