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Musei del Lazio: il Museo Civico Archeologico di Nepi

Augusto

Il Museo Civico Archeologico di Nepi si avvale di un moderno e affascinante apparato espositivo che illustra l’evoluzione storica della città e del suo territorio dall’età protostorica sino al Rinascimento.

Il Museo Civico Archeologico di Nepi

Aperta regolarmente al pubblico dal 1995, la struttura museale, ospitata inizialmente all’interno del Palazzo Comunale, nel 2014 ha trovato la sua definitiva collocazione nel palazzo storico sede della Scuola Primaria.
Il percorso espositivo è strutturato in tre sezioni. Si inizia con la Protostorica – Preromana, poi quella Romana, ed infine quella Medievale – Rinascimentale.

Sezione Protostorica – Preromana

L’allestimento si apre con l’esposizione di alcune attestazioni che documentano la presenza umana nel territorio fra il Bronzo Medio e il Bronzo Finale.
Il percorso prosegue con gli eccezionali reperti provenienti dalle necropoli di età preromana (VII – IV secolo a.c.) che circondano l’abitato. Queste testimonianze si riferiscono ovviamente ad una fase storica legata allo sviluppo urbano della città di Nepi.
L’antico centro abitato era posto al confine sud-occidentale del territorio dei Falisci; era situato in una posizione strategica, trovandosi lungo le vie di collegamento con le città etrusche di Veio, Cerveteri e Tarquinia. Questa collocazione ha fatto sì che la cittadina fosse un punto di passaggio per mercanti e artigiani che ovviamente influenzarono la produzione artistica locale.

Ciò si riscontra nell’originalità e nella varietà dei materiali ceramici frequentemente decorati da incisioni che raffigurano volatili, elementi floreali e vegetali. Accanto a questi compaiono, in particolare a partire dal VI secolo a.C., ceramiche di produzione etrusca e greca; queste testimonianze sono da considerare oggetti di lusso destinati ad una raffinata classe aristocratica.

Molti dei reperti sono legati alla pratica del “simposio” che dal mondo greco si era diffusa in quello etrusco e falisco; questa consuetudine prevedeva che i partecipanti bevessero vino, mescolato con acqua e “aromatizzato”. Uno strumento bronzeo, all’interno del quale venivano inserite delle fragranze per insaporire il vino, fungeva da infusore. Era costituito da un contenitore a vasca troncoconica traforata, su cui si innesta un lungo manico terminante con due eleganti teste di cigno.

Questo oggetto proviene dalla “necropoli di Sante Grotte”, un’area cimiteriale situata a pochissima distanza dal centro abitato di Nepi. Questo sito ha restituito importanti corredi funerari caratterizzati da manufatti di produzione etrusca e greca; oggetti in bronzo ed ornamenti personali in oro ed argento.

Sezione Romana

L’arrivo dei Romani a Nepi è di poco successivo alla caduta di Veio nel 396 a.C.. Tuttavia l’entrata della città nell’orbita romana non pregiudicò la sua esistenza, ma anzi le conferì una notevole ricchezza; questo grazie anche al passaggio della Via Amerina, tracciato viario collegante Roma con l’Umbria, realizzato nel III secolo a.C..
A nord di Nepi, il percorso della strada è stato oggetto di accurate indagini da parte del Gruppo Archeologico Romano con la supervisione della Soprintendenza Archeologica. Le ricerche si sono concentrate nel tratto viario caratterizzato dalla presenza della “necropoli di Tre Ponti”.

La necropoli è situata a sud della città di Falerii Novi. All’interno dell’esposizione museale un plastico in scala 1:1 ricostruisce una delle importanti scoperte effettuate: un colombario costituito da sepolture ad incinerazione collocate entro nicchie scavate sulle pareti e sul piano del banco tufaceo.
La testimonianza più consistente della città romana è costituita da materiali lapidei; alcuni di questi facenti parte della collezione del Museo Civico.

Il reperto di maggior prestigio è sicuramente la testa capite velato dell’imperatore Augusto, la cui provenienza è ignota. Il reperto doveva appartenere ad una scultura posta all’interno di un importante edificio pubblico. Rubata negli anni ’70 del secolo scorso, la testa è stata di recente restituita dal Museo del Parco del Cinquantenario di Bruxelles che l’aveva acquistata in buona fede nel 1975.
Una vetrina espone una selezione dei materiali recuperati all’interno della Catacomba di Santa Savinilla, cimitero paleocristiano in uso fra il IV e il V secolo.

Sezione Medievale – Rinascimentale

I reperti più recenti dell’allestimento museale risalgono al periodo di massimo splendore di Nepi: al XV-XVI secolo. All’epoca la città fu dominio di importanti famiglie quali i Borgia e i Farnese. Dal castello di Nepi, il cosiddetto “Forte dei Borgia”, provengono alcuni stemmi marmorei recuperati nell’800 e a seguito di lavori di restauro terminati nel 2007.
Il posto d’onore è occupato dal raro emblema di Lucrezia Borgia. Ella, infatti, nel 1499 fu investita dal padre, il pontefice Alessandro VI, del Ducato di Nepi.
Completa l’esposizione una vetrina contenente ceramiche databili fra il XIV ed il XVI secolo.

 

                                                                                                       Stefano Francocci

Direttore Stefano Francocci

Informazioni pratiche

Museo Civico di Nepi – sede

Via Falisca, 31

Tel. 0761.570604

Website

Social

e-mail. museo@comune.nepi.vt.it

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