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Le torture nel medioevo

Collocata tra la legge del taglione e la pena di morte, quella della tortura è stata una vera e propria epoca. Come le usanze, i costumi e i modi di pensare ci raccontano l’evolversi o l’involversi di un popolo, così anche il modo di punire gli uomini è indice di civiltà. La tortura per almeno tremila anni è stata legale e parte integrante di moltissimi ordinamenti giuridici.

Le prime testimonianze risalgono all’antichità. In molte civiltà antiche, come l’Egitto, la Mesopotamia, la Cina e la Grecia, la tortura era utilizzata come parte del sistema giudiziario e penale. Metodi come l’uso del bastone, la frusta, le bruciature, le amputazioni e la crocifissione erano applicati per punire i criminali e intimidire la popolazione.

L’uso della tortura era comune nell’Impero Romano, veniva utilizzata per ottenere confessioni dai prigionieri e venivano impiegati vari strumenti di tortura, tra cui il flagellum e la “verberatio” (bastonatura). La crocifissione era una delle forme di tortura e di esecuzione più brutali utilizzate dai Romani. Il diritto romano rimase alla base del sistema giuridico medievale (V-XV secolo) e questo comportò che la tortura fosse spesso impiegata come mezzo per ottenere confessioni, punire i criminali o presunti tali, o estorcere informazioni da persone sospettate di aver commesso reati, eresie o stregoneria. Le autorità dell’epoca credevano che con l’applicazione della tortura potesse ottenere la verità da coloro che venivano sottoposti a tali trattamenti. L’Inquisizone, ad esempio, fu un tribunale istituito dalla Chiesa Cattolica e si occupava di perseguire, processare e punire gli eretici, e la tortura veniva spesso utilizzata per estorcere confessioni.

Tra quelle più conosciute ricordiamo la sedia dell’inquisitore e la tortura della sega; la prima era una sedia sulla quale erano fissate delle punte acuminate e sulla quale era adagiata la vittima, in alcuni casi il fondo veniva arroventato per causare gravi ustioni.

La seconda più che di uno strumento di tortura, si trattava di una vera e propria esecuzione. Il malcapitato veniva letteralmente segato in due. Purtroppo sembra che molti perdessero conoscenza solo poco prima di arrivare al cranio. Si trattava di un procedimento riservato spesso agli omosessuali.

Oggi, la tortura è considerata una grave violazione dei diritti umani ed è vietata dal diritto internazionale, inclusa la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, adottata dalle Nazioni Unite nel 1984.

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