Marino nacque probabilmente nel secondo quarto del sec. IX a Gallese, attualmente in provincia di Viterbo, da Palumbo che ricopriva la carica di presbitero.
A dodici anni è già chierico e successivamente è nominato suddiacono da Leone IV.
Lo questione di Fozio e la situazione bulgara
Nell’860 Marino è presente quando a Roma arrivano i legati del basileus Michele III, giunti per tentare di risolvere la contesa sulle immagini e la questione foziana.
Lo scisma foziano durò quattro anni (863–867) e vide contrapposte la Santa Sede e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. In discussione erano la pretesa del Papa sulla giurisdizione in Oriente e il controllo ecclesiastico dei Balcani meridionali.
Nell’858 il patriarca di Costantinopoli, Ignazio, era stato deposto per volontà dell’imperatore bizantino e del coreggente Bardas. Era stato poi designato successore al patriarcato il protospatario laico Fozio.
Nell’862 Niccolò I eleva Marino alla carica di diacono e, nell’866, lo invia a Costantinopoli, insieme col vescovo di Ostia Donato e col presbitero Leone, per regolare la questione bulgara poiché Michele III e Fozio reclamavano il controllo sulla questione religiosa dei Bulgari senza accettare però la volontà di re Boris che voleva istituire una Chiesa autonoma che prevedeva addirittura un patriarca. L’ambasciata non giunge però a destinazione e gli ambasciatori sono fermati alla frontiera bizantina.
Nell’869 ricopre l’incarico di inviato pontificio a Costantinopoli con Donato vescovo di Ostia e Stefano vescovo di Nemi. Giunto a destinazione presiede i lavori dell’VIII concilio ecumenico che decreta la deposizione di Fozio e l’unione delle due Chiese (869-870).
Vercovo di Cere
Al suo ritorno è elevato alla carica di vescovo di Cere (Cerveteri). Il re Boris lo candida alla carica di arcivescovo di Bulgaria ma papa Adriano II si oppone al suo trasferimento invocando la norma ecclesiastica che prevedeva l’impossibilità di trasferirsi da una sede all’altra senza il consenso di una istituzione ecclesiastica che ne avesse riconosciuto l’utilità per la Chiesa.
Nell’882 Marino è inviato a Napoli da papa Giovanni VIII per porre fine all’alleanza che l’arcivescovo della città Atanasio aveva stretto con i Saraceni. Poco dopo, nel dicembre, Giovanni VIII è assassinato.
Il papato
Nonostante ricoprisse già la carica di arcidiacono e tesoriere ma soprattutto di vescovo di Cere, Marino è eletto pontefice e consacrato all’unanimità.
La leggittimtà del nuovo papa non fu mai contestata in Occidente ma lo fu Oriente.
Durante l’VIII concilio ecumenico si registra un’interruzione di tre mesi per via delle accese discussioni tra il legato romano e il basileus: L’imperatore bizantino e Fozio dichiarano nulla l’elezione di Marino.
Il pontificato di Marino segna un rottura con la politica del predecessore soprattutto sulla questione formosiana. Infatti il nuovo papa autorizza il rientro a Roma di quanti, nell’876, erano stati giudicati colpevoli di aver congiurato ai danni di Giovanni VIII e condannati all’esilio e sciolse Formoso dal giuramento prestato a Troyes.
Durante il suo pontificato, Marino I è impegnato ad affrontare la dilagante presenza saracena nel Sud dell’Italia e le mire di Guido III duca di Spoleto sulle terre del Patrimonio e sulla stessa Roma.
Il problema dei Saraceni e i contrasti con il duca di Spoleto
Nella primavera del 883 Marino I incontra a Nonantola l’imperatore Carlo il Grosso per sollecitarlo a intervenire in aiuto delle terre di S. Pietro. Guido di Spoleto sotto l’accusa di tradimento, è messo al bando dall’Impero. A seguito della ribellione del duca Carlo il Grosso ordina la confisca delle sue terre e comanda a Berengario, marchese del Friuli, di spogliare Guido del suo Regno. L’offensiva imperiale è però stoppata dall’alleanza fra la casata di spoleto con il marchese di Toscana e da un’epidemia di peste scoppiata tra le fila dell’esercito di Berengario.
Marcello muore il 15 maggio 884 a Roma ed è sepolto nel portico di S. Pietro.
Papa Romano
ROMANO nasce da Costantino a Gallese.
Cardinale prete del titolo di S. Pietro in Vincoli, conosciamo poco della sua vita prima dell’elezione al soglio pontificio avvenuta tra la fine di luglio e gli inizi di agosto dell’897.
Le fonti tacciono circa l’indirizzo della sua politica. Gli storici sono concordi nel non definirlo antiformosiano; Romano era del resto originario di Gallese, come l’alleato di Formoso papa Marino I. La fine del suo pontifica non è sancita dalla morte ma dalla sua deposizione avvenuta nel novembre dell’897.
Non ci è dato sapere quello che accadde dopo, si ipotizza che fu costretto a prendere l’abito monastico.