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UNA QUARANTENA A COLORI – Gianfranco Zazzeroni

La quarantena ha spinto ognuno di noi a cercare di dare un nuovo ritmo alla vita. Una vita che credevamo sospesa ma che in realtà sta continuando attraverso nuove e diverse forme, spazi più ristretti e, per tanti, meno persone vicine fisicamente.

C’è però chi non si è mai sentito confinato e ha sfruttato la limitazione fisica aprendo la strada all’immaginazione. Parlo di tutti coloro che vivono di arte, la maggior parte dei quali non ha dovuto modificare il proprio modo di lavorare, perché alleato del silenzio e dell’isolamento.

Nell’ambito della programmazione di #unaquarantenaacolori siamo felici di ospitare anche il contributo video inviatoci dal Gianfranco Zazzeroni un pittore esperto e sapiente incisore.

Biografia

Gianfranco Zazzeroni è nato nel 1945 a Urbino ma vive e opera a Montesilvano (PE).

La notevole preparazione culturale che l’artista ha sviluppato in un ambiente sensibile alle suggestioni estetiche quale è quello della Città di Urbino e dell’Istituto Statale di Belle Arti – Scuola del Libro, da lui frequentato, lo ha introdotto all’insegnamento del Disegno e della Progettazione per la grafica editoriale presso l’Istituto Statale d’Arte di Ascoli Piceno e di Pescara. Una passione per l’arte, la sua, che l’ha accompagnato costantemente e guidato nella ricerca estetica. Ne sono testimoni la sua sconfinata produzione artistica, gli innumerevoli riconoscimenti ottenuti (tra cui il Primo premio Firenze 2009 Sezione Grafica, Palazzo Vecchio), le molte mostre personali e collettive alle quali ha partecipato (vedasi L’espressione dinamica dell’anima, a cura di Johanna Aufreiter, Palazzo Sternberg, Vienna 2010; Quando il colore diventa linguaggio, a cura di Anita Valentini, Palazzo Medici Riccardi, Firenze 2015).

Evoluzione della ricerca

Dagli esordi figurativi dei primi anni Sessanta, allorché dà vita a incantevoli ritratti, usando olio, acquerello (Françoise, 1970) e matita (L’Attesa, 1968), Zazzeroni sperimenta, in parallelo con le tecniche incisorie, nuove espressioni che evolvono nella astrazione. La sua ricerca mostra, con coerenza e negli anni, un percorso evolutivo di quel mondo recondito e attraente che si delinea con precisione del segno nelle sue acqueforti struggenti (Oltre la realtà, 2008) e nelle incisioni a puntasecca (Lo specchio dell’anima, 2008). Luce e tenebra, pieno e vuoto, bianco e nero si fronteggiano sulla carta (Presenze, 1970; Incontro, 2006), così come sulla tela (Desideri nascosti, 2010; Vie di Fuga, 2010), descrivendo, con tecniche miste e spesso inusitate come la spatola su carta o i colori acrilici, dolci atmosfere dalle tonalità preminenti dell’arancio e del nero.

Come dei caldi abbracci, che rinviano ai desideri di un adulto così come ai sogni intramontabili di un bambino, le opere dell’artista non restano indifferenti allo sguardo, coinvolgendo lo spettatore sotto l’aspetto patemico prima – grazie al forte connotato empatico delle sue forme non figurative ma mai eccessivamente astratte – e cognitivamente poi, trascinando la mente in un turbinio poetico di pensieri ed emozioni.

 

Per scoprire gli altri pittori di #quarantenaacolori clicca sui rispettivi nomi!

Riccardo Sanna

Matteo Curcio

Alfredo Laviano

Giuseppe Rossi

 

Sara Catanese

sara

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