Le città della Tuscia, da Montefiascone a Sutri passando per Viterbo, sono tappe obbligate della via Francigena. Custodiscono la memoria di un intenso peregrinare del passato e rappresentano la tappa di un cammino che ancora oggi possiede una grande carica suggestiva. Tanti hanno percorso questa strada millenaria e negli ultimi anni un numero sempre crescente di pellegrini decide di intraprendere il viaggio, che per primo compì nel 990 Sigerico, arcivescovo di Canterbury, dando una definizione a quella che oggi chiamiamo via Francigena.
Quando si lavora in un museo si ha la possibilità di incontrare persone tra le più disparate; diverse per età, sesso, cultura, provenienti da luoghi vicini o molto lontani. Sarebbe un’impresa ardua ricordare i volti di ognuno ma, a volte, esistono delle eccezioni.
Alberto Castello De Pereda: pellegrino da record
Alberto Castello De Pereda era uno sconosciuto quando abbiamo apposto il timbro della via Francigena sulla sua lunghissima credenziale. La credenziale è un documento molto importante per il pellegrino. E’ fondamentale averla sempre con sé per essere identificato e avere accesso alle strutture di accoglienza. Certo che una credenziale lunga 14 metri non si era mai vista fino a quel momento, cosicché abbiamo deciso di immortalarla insieme con il suo proprietario.

La foto risale al 23 agosto del 2016; sono passati due anni e oggi sappiamo che quel signore dagli occhi chiari e lo sguardo pacifico si chiama Alberto Castello De Pereda. Sappiamo che è un cinquantenne spagnolo di Bocairente, una cittadina della provincia di Valencia ed è in cammino dal giugno del 2013 lungo le vie europee del pellegrinaggio.
Il viaggio di Alberto
Alberto ha percorso circa 20 mila chilometri e la sua credenziale è da guiness dei primati: misura più di 25 metri con 1600 timbri! E’ un personaggio ormai noto tra i pellegrini. Ne ha incontrati tantissimi lungo la strada, ha partecipato a diversi eventi sulla via Francigena come lo Slow Travel Fest e il Sentiero di Francesco 2017; diverse testate giornalistiche locali hanno parlato della sua impresa; è apparso anche nel documentario “ Le energie invisibili – da Milano a Roma in cammino” di Luca Contieri e nel film di Fabio Dipinto “I volti della via Francigena” (proiettato tra l’altro nel 2016 anche a Viterbo, Montefiascone e Bolsena).
Alberto è partito dal suo paese dopo esser stato licenziato e dopo che il suo matrimonio era finito; aveva bisogno di riguadagnare la sua pace interiore. Ha raggiunto Santiago de Compostela, attraversando la Spagna da sud-est a nord-ovest, ha percorso poi il Cammino de La Plata verso sud, il Catalano ad est e attraverso il Cammino Francese è arrivato in Italia.
Alberto in Italia
In Italia Alberto si è fermato un paio di mesi in Calabria ed un anno a Ischia. Qui ha aiutato un amico pellegrino incontrato lungo la strada nella gestione e cura dei cavalli, essendone Alberto esperto oltre che appassionato. Ha anche girato tutta l’isola, anzi l’ha circumnavigata con un pedalò.
Nel suo zaino porta solo lo stretto indispensabile: vestiti, oggetti per l’igiene personale, un diario e naturalmente la sua preziosa credenziale. Niente telefono, né macchina fotografica, i suoi occhi sono sufficienti a custodire il ricordo delle sue esperienze. Unica concessione alla realtà virtuale è un profilo instagram aperto a suo nome da uno dei tanti amici incontrati nel cammino; in questo modo tutti quelli che lo hanno conosciuto possono restare in contatto con lui e condividere i momenti trascorsi insieme.
Perché si intraprende un viaggio simile?
Alberto è un uomo che crede e vive di Provvidenza: non accetta denaro, gli basta l’ospitalità e l’aiuto delle persone che vogliono offrirglielo. Per lui non c’è giorno che non sia bello e la sua positività gli da la forza per andare avanti. Chi scegli di essere un pellegrino, di mettersi sulla strada, lo fa per mille motivi, ognuno ha il suo. Ma da tutti, questa esperienza, viene vissuta come una ricchezza.
C’è chi parte per affrontare una sfida o chi vede il cammino come una potente medicina; chi è guidato dalla spiritualità e chi dal pensiero che camminare sia un’attività profondamente democratica, perché la fatica è uguale per tutti; lungo la strada non c’è spazio per i giudizi, ci si concentra maggiormente sulla magia che scaturisce da un incontro o sulla riscoperta delle piccole gioie della vita quotidiana. “Camminiamo sulla terra perché cerchiamo le stelle”: sono queste le belle lezioni della strada.
Probabilmente Alberto Castello De Pereda ne conosce tante altre di ragioni che spingono un ragazzo adolescente, una donna di mezza età, un uomo adulto e persino una persona un po’ avanti con gli anni a mettersi lo zaino in spalla e intraprendere il cammino. Lui, il suo cammino non l’ha mai interrotto: basta controllare il suo profilo instagram e seguire il viaggio del “peregrino por la paz”.
Sara Catanese