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Fu un noto avvocato e giudice al servizio del conte Raimondo V di Tolosa; tra il 1185 e il 1196 fu cancelliere del conte di Sant-Gilles e in seguito esercitò nuovamente l’ufficio di giudice.

Alla morte della moglie, Pierre Foucois si fece monaco, entrando nell’ordine certosino presso la Grande Charteuse. Qui morì e qui venne sepolto dopo il 1210.

Filippo Balbi (1806-1890) immortalò nel 1855 la sua figura al Monastero certosino di Roma; lo dipinse su una porta di legno presente, ancora oggi, nel chiostro michelangiolesco delle Terme di Diocleziano.

L’ORGOGLIO DI PAPA’

Pierre, chiamato poi “Fercoldo”, punta il dito sul ritratto di suo figlio Guy Foucois; quest’ultimo, seguì le orme del padre nello studio del diritto e poi anche nella scelta della carriera ecclesiastica. Questa sua scelta lo portò, nel febbraio 1265, a diventare papa con il nome di Clemente IV; egli fu uno dei nove papi succedutosi a Viterbo e, durante il suo regno, venne edificata la famosa Loggia dei Papi.

Tornando a Fercoldo, nella mano sinistra tiene un foglietto con scritto: “Erudi filium tuum et refrigerabit te et dabit delicias animae tuae” Proverb. XXIX. 17 (“Correggi il figlio e ti farà contento e ti procurerà consolazioni”).

L’OSPITE

Il gattino in basso a destra è un muto ospite della certosa, che si pone come osservatore della scena. Significativa la sua presenza; in questo periodo, infatti, viene rivalutata la figura di questo animale. Addirittura era obbligatorio tenere almeno una coppia di gatti nei conventi e monasteri per eliminare i topi.

Sull’anta lignea della porta vengono esposti, su dei ripiani, alcuni oggetti dipinti in trompe-l’oeil: si tratta di oggetti utilizzati nelle attività della vita certosina. Troviamo, ad esempio, il rosario come strumento di preghiera e una candela fumante a simboleggiare l’umile ausilio per le orazioni notturne.

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