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Papa Niccolò III e la simonìa

Biografia

Giovanni Gaetano Orsini (Roma 1216 – Soriano nel Cimino 22 agosto 1280) nacque nella nobile famiglia romana Orsini. Della sua infanzia e prima giovinezza non si possiedono molte notizie poiché non c’è accordo tra gli storici sulla sua formazione che viene tradizionalmente associata all’abbazia savoiarda di Hautecombe.

Fu nominato cardinale diacono molto giovane (nel 28 maggio 1244) da Papa Innocenzo IV, con il titolo della diaconia di San Nicola in Carcere. Fu legato pontificio nel 1252 a Firenze, nel 1258 in Francia, nel 1262 in Sabina e a Viterbo nel 1276.

Venne eletto papa a Viterbo nel 1277, in gran parte grazie all’influenza della sua famiglia, dopo 6 mesi di sede vacante dalla morte di Papa Giovanni XXI. Orsini scelse il nome di Papa Niccolò III; poiché all’epoca era cardinale diacono, fu consacrato sacerdote e vescovo dai membri del Sacro Collegio nella basilica vaticana a Roma solo dopo l’elevazione al pontificato.

Eventi importanti del suo pontificato

Il pontificato di Niccolò III durò solo 33 mesi ma fu comunque contrassegnato da eventi molto importanti.

Tra il 1277 e il 1278 fece costruire a Soriano nel Cimino, attorno ad una torre preesistente, la grande fortezza oggi conosciuta come Castello Orsini.

Nel luglio 1279 emanò la Costituzione fundamenta militantis ecclesiae per il governo di Roma: con questa vietò agli stranieri di assumere incarichi civili e diede al Papa l’incarico di regolamentare la nomina dei senatori, mantenendo fermo il diritto del popolo romano ad eleggerli.

Solo un mese dopo, inoltre, pubblicò la bolla Exiit qui seminat, per appianare la contesa interna ai francescani tra le fazioni degli Spirituali e dei Conventuali.

Papa Niccolò III peccò di simonìa e di nepotismo

Nei progetti di Niccolò III vi era quello di creare una grande signoria, governata dagli Orsini, nell’Italia settentrionale comprendente le Romagna e la Toscana.

La storia insegna che il termine nepotismo è ricollegabile a questo Papa per via dei criteri da lui adottati per nominare nipoti e parenti per importanti incarichi, opponendosi a Carlo I d’Angiò, Re di Sicilia e Napoli.

Nominò legato pontificio per i territori dell’ex esarcato suo nipote, il cardinale latino Malanbranca Orsini; inviò a Forlì, come vicario di quest’ultimo, un altro nipote, Bertoldo Orsini, con il titolo di Conte di Romagna. Entrambi riuscirono, nel 1279, ad ottenere la pacificazione delle contese armate della regione, che però purtroppo durò poco: l’anno successivo si riaccesero i conflitti.

Niccolò III viene ricordato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia all’interno della III bolgia dell’ottavo girone dell’inferno, i Simoniaci:

“E veramente fui figliuol dell’orsa,

cupido sì per avanzar li orsatti,

che sull’avere e qui me misi in borsa.”

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XIX, 61)

Dante nota che uno dei dannati ha le fiammelle ai piedi più rosse degli altri e si dimena; così ottiene da Virgilio il permesso di avvicinarsi. Il dannato cade in errore, pensando che il poeta sia, in realtà, l’anima di Bonifacio VIII, destinata a seguirlo nella stessa buca. Chiarito l’equivoco, si presenta a Dante come figliol dell’Orsa. In seguito, Niccolò predica la dannazione per simonìa di un altro papa, Clemente V, destinato anch’egli a seguire lui e Bonifacio VIII in quella buca.

Il racconto si conclude con una violenta inventiva di Dante contro la simonìa e la corruzione ecclesiastica, che il dannato ascolta scalciando forte con le gambe, per ira e per rimorso di coscienza.

 

FONTI

Niccolò III in “Enciclopedia dei Papi”

Papa Niccolò III in “Cathopedia, l’Enciclopedia cattolica”

Niccolò III “La Divina Commedia”, Dante Alighieri

Niccolò III Papa in “Dizionario biografico Treccani”

 

Francesca Forte

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