Paolo Diacono, lo storico dei Longobardi e la sua Historia Langobardorum

Historia Langobardorum

La biografia di Paolo, autore dell’Historia Langobardorum, ci è nota frammentariamente. I pochi dati sono desumibili dalle sue opere e dall’epitaffio composto da Ilderico, suo allievo a Cassino.

I primi anni

Paolo di Vernefrido, meglio noto come Paolo Diacono, nacque da famiglia nobile longobarda a Cividale del Friuli presumibilmente intorno al 720-724. Durante l’infanzia compì studi importanti: nel carme Sensi cuius egli stesso ci confessa, pur ammettendo di non ricordarne più nulla, di aver appreso qualcosa di greco e di ebraico. Trasferitosi a Pavia si formò presso la corte di Ratchis e la scuola del monastero di san Pietro i Ciel d’Oro. Nella capitale del regno acquisì una cultura che aveva coniugato autocoscienza longobarda e scuola latina e questa commistione influenzò tutta la sua opera.

Historia LangobardorumA Pavia

Alla corte pavese probabilmente Paolo fu spinto ad intraprendere una carriera civile non priva di una formazione anche giuridica. Nella sua opera dimostra una buona conoscenza del Corpus iuris di Giustiniano e sono frequenti e precise anche le citazioni dei sovrani longobardi.

La sua formazione in ambito teologico, invece, non è così approfondita come è evidente nell’Historia Langobardorum quando tratta lo scisma dei Tre Capitoli o del monotelismo. Anche il suo allievo Ilderico conferma che la sua formazione in sacra sophia giungerà solo in un secondo momento. La critica è comunque concorde che, il titolo di diacono, sia stato acquisito da Paolo proprio durante il periodo pavese e che solo successivamente scegliesse la vita monastica. Non conosciamo tuttavia il periodo in cui maturò questa decisione.

Conquistatasi una grande benevolenza a corte, fu precettore della figlia di Desiderio, Adelperga; quando quest’ultima fu data in sposa al duca Arechi di Benevento fu accompagnata da Paolo; il legame fra  i due è testimoniato da alcuni scritti del Diacono e fra tutti un carme acrostico, datato al 763, sulle sei età del mondo, in cui le lettere iniziali di ogni strofa compongono le parole Adelperga pia.

Alla corte di Carlomagno

In seguito alla caduta del regno longobardo (774), Paolo entrò in contatto col re dei Franchi Carlomagno e la sua corte. L’incontro affonda le radici in un evento nefasto per il Diacono: suo fratello Arichis aveva appoggiato Arechi II durante la ribellione per riconquistare il regno a scapito dei franchi; il tentativo fu stroncato nel 776 e Paolo si recò presso Carlo per supplicarlo di liberare il fratello che era stato fatto prigioniero e mandato oltralpe. Evidentemente colpito dalle qualità di Paolo, Carlo lo accolse presso la sua corte dove ricoprì il ruolo di maestro di grammatica.

In Francia  Paolo conobbe i Libri Historiarum di Gregorio di Tours che saranno fondamentali per fargli conoscere le vicende del VI secolo; non è da escludere che entrasse in contatto con l’Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda dalla quale attinge notizie per la sua Historia.

Al 786-787 si registra il suo ritorno presso il monastero di Montecassino dove scrive la sua opera più famosa: Historia Langobardorum.

La data della morte

Paolo morì il 13 aprile o il 21 luglio alla fine dell’VIII secolo. Convenzionalmente la sua morte si fissa al 799 perché nella sua opera non c’è traccia dell’incoronazione di Carlo avvenuta la notte di Natale dell’800.

Historia Langobardorum

Il testo fu scritto a Cassino entro l’anno 796. Diviso in sei libri, l’opera tratta della storia dei Longobardi dal momento in cui abbandonano la Scandinavia (loro patria di origine secondo Paolo), fino al loro arrivo in Italia. La narrazione si interrompe prima del regno di Desiderio e perciò prima del declino delle sorti longobarde. Probabilmente questa scelta serviva per stigmatizzare e cristallizzare nella storia solo il periodo di massimo splendore del suo popolo.

L’opera originale è andata purtroppo perduta ma fortunatamente ne esistono ancora 115 copie una delle quali, che risulta anche fra le più antiche, è tuttora conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Nella composizione dell’Historia Langobardorum, Paolo utilizza diverse fonti scritte ma probabilmente anche orali; uno dei testi al quale attinge a piene mani è sicuramente uno scritto che introduce l’Editto di Rotari del 643 e noto come Ordo Gentis Langobardorum.

Proprio quest’opera fa di Paolo Diacono, lo storico dei longobardi.

Le altre opere

A principio saeculorum scritto per il matrimonio di Adelperga (763)

l’Historia Romana, in 16 libri, rielaborando il Breviarium ab Urbe condita di Eutropio con integrazioni da San Girolamo, Paolo Orosio, Giordano, dall’Origo gentis Romanae (770 ca.)

Ad regem per ottenne la liberazione del fratello da Carlomagno

Gesta Episcoporum Mettensium per il vescovo Angilramno di Metz

Vita beati Gregorii papae

Una raccolta delle più celebri prediche del suo tempo scritto su richiesta di Carlo Magno

Homiliarium, diviso in due stagioni: l’estate e l’inverno. Quest’opera ispirò nell’XI secolo Guido d’Arezzo a ricavarne le note musicali:

UT queant laxis REsonare fibris
MIra gestorum FAmuli tuorum,
SOLve polluti LAbii reatum,
Sancte Iohannes.

Da qui deriverebbero le note ut, re, mi, fa, sol, la. Il si fu aggiunta nel 1592 da Ludovico Zacconi.

 

Gianpaolo Serone

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