LA NOTTE DELLE STELLE CADENTI

Tantissime volte l’uomo si è rivolto al cielo per cercare delle risposte. Anticamente alzare gli occhi al cielo era un fatto così spontaneo; i naviganti affidavano la loro vita alle stelle per orientarsi, gli agricoltori osservavano il cielo per stabilire semina e raccolto. Era ed è ancora un luogo simbolico in cui si collocano speranze, paure e credenze.

Persino diverse parole della nostra lingua custodiscono e testimoniano le tracce del rapporto millenario che lega l’uomo al cielo.

Disastro, ad esempio, ci avverte di non andare mai contro gli astri perché ne subiremo le conseguenze; i giorni della settimana ci ricordano Giove, Marte guerriero, la bella Venere e la Luna, nostra mutevole e inseparabile compagna, che cambia continuamente aspetto e traiettoria nel cielo. A volte passa davanti al sole (eclissi), altre volte agita mari e oceani con le maree; la ritroviamo anche negli occhi e nel viso sconvolti degli stralunati. E poi ci sono le stelle, sparse per il cielo, luccicanti, scintillanti, ci fanno domande cui da sempre cerchiamo di rispondere. E quando le polveri di stelle per un attimo, prima di morire, risplendono di luminosa bellezza, noi sogniamo (stelle cadenti).

Il cielo delle notti di agosto è quello su cui tanti sguardi si posano. Le stelle cadenti sono uno dei fenomeni astronomici più popolari che il cielo ci regala a ridosso di ferragosto.

Anche quest’anno Archeoares ha riproposto la seconda edizione di “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Un evento che ha visto il susseguirsi di due delle tre serate in programma di osservazioni astronomiche, precedute da conferenze inerenti al tema. L’appuntamento conclusivo si terrà proprio il 10 di agosto, nel giardino del Museo Colle del Duomo, in piazza san Lorenzo. Fabrizio Trapuzzano ci aiuterà a far luce sulle curiosità, le tradizioni e le leggende che questa notte porta con sé. Scopriremo che le stelle cadenti, quelle un tempo note come “lacrime di san Lorenzo”, oggi sappiamo essere la Perseidi. Uno sciame di meteore così chiamate perché forse provenienti da un punto del cielo al di sopra della costellazione di Perseo. E la tradizione che ci porta ad esprimere desideri quando ne vediamo una da dove nasce? Probabilmente è tutto racchiuso nel nome desiderare; che richiama qualcosa che si è perduto, le stelle da cui ci si è staccati (de-sidera) e che si vogliono riconquistare. Esiste anche una variante nell’etimologia della parola che interpreta l’espressione latina come “stare sotto le stelle ed attendere”. E questo ci conduce al De Bello Gallico di Cesare, in cui i “desiderantes” erano i soldati che, dopo aver combattuto durante il giorno, aspettavano sotto le stelle i compagni non ancora tornati. Questo e tanto altro ascolteremo la notte di san Lorenzo dalla voce del sapiente e appassionato Fabrizio, in una location che più azzeccata di così non si può! Quest’anno poi, assicurano gli esperti, ci saranno le condizioni ideali per poter osservare le stelle.

E allora, come ricordava quel grande “inventore di storie” che era Gianni Rodari: “il cielo è di tutti gli occhi, ed ogni occhio, se vuole si prende la luna intera, le stelle comete, il sole”.

Sicura che sarà una serata speciale, l’appuntamento è per venerdì 10 agosto, perché ognuno possa prendersi un pezzettino del proprio cielo.

Sara Catanese

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