Gli ultimi articoli

Madonna del Parto (ex Mitreo)

Dal Mitreo alla Chiesa della Madonna del Parto

La piccola Chiesa rupestre della Madonna del Parto di Sutri è un probabile adattamento ad altro culto di un precedente Mitreo romano del III sec. d.C. A riprova della frequentazione del luogo anche il sito dedicato al culto orientale di Mitra era a sua volta impostato all’interno dell’area di un sepolcreto etrusco interamente scavato nel tufo. 

Oggi l’edificio si trova in un punto focale della Via Francigena. L’originale struttura era articolata in due parti: la prima costituita da un vestibolo a pianta quadrata decorato con affreschi; la seconda, dal corpo principale del fabbricato. Quest’ultima consiste in una grotta almeno parzialmente artificiale ed adattata ad una pianta rettangolare con pavimentazione in terra battuta. Il vano si presenta suddiviso in tre navate scandite da piccole arcate ribassate sorrette da pilastri di tufo, in origine probabilmente maggiormente decorati, poggianti su un lungo podio.

La navata destra presenta piccole nicchie mentre quella sinistra conserva cinque piccole finestre che permettono oggi di dare luce all’ambiente. L’altare ha alle sue spalle un arcosolio e a sinistra una piccola grotta usata come sagrestia.

La copertura dell’ambiente è a botte. Le pareti dei diversi ambienti, il catino absidale, i pilastri, la volta della navata centrale presentano un ricco apparato decorativo, testimonianza dell’utilizzo di questo sito come luogo di culto cristiano. Le rappresentazioni figurative rimandano al culto della Vergine Maria, del Cristo, di San Michele Arcangelo e dei Pellegrini.

San Michele Arcangelo e gli affreschi del vestibolo

La Chiesa era inizialmente dedicata al culto di San Michele Arcangelo e solo successivamente venne intitolata alla Madonna del parto. 

Non appare strano dunque che San Michele Arcangelo sia presente in diverse raffigurazioni realizzate in differenti periodi.

  • Nella volta centrale troviamo San Michele Arcangelo con il globo nella mano destra e uno scettro nella mano sinistra. Il suo volto è sbalzato in rilievo nella roccia.
  • Una seconda testimonianza sta nel secondo pilastro della navata sinistra, di cui resta solo il volto.
  • Ma la figura di San Michele meglio conservata è sicuramente quella dell’affresco nel vestibolo. La parte centrale dell’affresco risale al primo-secondo decennio del Trecento, raffigura l’apparizione miracolosa dell’Arcangelo Michele sul Monte Gargano in Puglia con il miracolo del Toro e del Pastore Gargano. 

San Michele è raffigurato a mezzo busto con la lancia tra le mani; una fila di pellegrini scalzi e in preghiera sale attraverso un sentiero in salita verso la grotta. La figura in primo piano rappresenta il Pastore Gargano che carica una freccia nell’arco in riferimento all’episodio del toro. Secondo questa tradizione il pastore avrebbe cercato invano di far uscire il toro da una grotta decidendosi infine ad ucciderlo. La freccia ferale, tuttavia, non raggiunse il toro ma tornò indietro per l’intervento di San Michele Arcangelo. Il pastore sopravvissuto avvisò il Vescovo e venne eretta sulla grotta in cui si era riparato il toro una chiesa dedicata a San Michele. L’affresco sutrino è completato, infine, dalla figura di San Cristoforo, patrono dei pellegrini. Il Santo è raffigurato  barbato e in giganti proporzioni, con il bastone e la palma e con Gesù Bambino sulle spalle. Il nome “Cristoforo” significa letteralmente portatore di Cristo. 

La Madonna del parto

Lungo tutte le pareti si distinguono una serie di riquadri dedicati alla Vergine Maria con il Bambino. In ogni scena è presente una figura di donna genuflessa con finalità di ex-voto legati ad un desiderio sofferto di maternità. Una rappresentazione che non deve stupire essendo costante nei siti micaelici in quanto l’Arcangelo è venerato come l’Angelo guaritore, miracoloso in caso di sterilità.

  • Nell’abside, realizzata per adattare il mitreo alle necessità della chiesa, è posta la natività trecentesca. Venne qui collocata nel 1737 dopo il crollo dell’originaria entrata della chiesa ed a questa immagine è legata la nuova intitolazione alla Madonna del Parto. Maria è rappresentata nell’atto di accarezzare il bambino in fasce posto in una mangiatoia con San Giuseppe a fianco, il bue e l’asinello, il gregge e i pastori. In basso a sinistra è visibile la committente in preghiera.
  • Nell’ottavo pilastro di destra è la Madonna con il Bambino. Gesù reca tra le mani un uccellino e un cartiglio con una croce templare in riferimento a Santa Maria della Carbonara a Viterbo.  
  • Nel primo pilastro della navata destra si riconosce la figura di Santa Caterina d’Alessandria, anch’essa legata strettamente al tema della maternità in quanto protettrice delle nutrici.

Francesca Forte

Fra Forte

Condividi :