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Quando è nata ufficialmente?

Molte sono le domande circa il corpo armato che dal 1506 sta a servizio del papato.

Fu Giulio II che richiese questi uomini con la bolla papale del 21 giugno 1505; egli comunicava agli Stati “Confederatis Superioris Alemanniae” la scelta di Kaspar von Silenen e di 150 svizzeri “pro custodia palati nostri”.

I soldati elvetici, infatti, erano apprezzati per la loro forza d’animo, i nobili sentimenti e la fedeltà proverbiale.

Così, il 22 gennaio 1506, le 150 reclute entrarono in Vaticano, per la prima volta, e vennero benedette dal papa. E da quel giorno prestano il loro servizio nel Palazzo Apostolico.

Quale è il compito di questi soldati?

La Guardia svizzera si occupa della vigilanza, della sicurezza e della protezione del papa in tutte le occasioni.

Presiede alle cerimonie nella basilica di San Pietro e nell’aula Paolo VI; si occupa del controllo degli accessi in Vaticano e, durante la sede vacante, della protezione del collegio cardinalizio.

Da chi è stata disegnata la loro uniforme?

L’uniforme ufficiale delle Guardie Svizzere è di colore blu, rosso e giallo scuro, con dei distinti tratti rinascimentali. La leggenda vuole che fosse stata disegnata da Michelangelo, data la sua presenza a Roma all’arrivo dei 150 soldati. In realtà l’attuale divisa è stata concepita dal comandante Jules Repond agli inizi del XX secolo; egli si ispirò alle divise storiche e all’opera di Raffaello.

In particolare, i colori blu e giallo sono quelli contenuti nello stemma familiare di Papa Giulio II della Rovere; il colore rosso è quello presente nello stemma di Papa Clemente VII della famiglia Medici.

Le guardie svizzere dispongono anche di un’uniforme da lavoro, più comoda di quella tradizionale: pantaloni e casacca blu e un basco nero.

Perché per le Guardie Svizzere il 6 maggio è un giorno importante?

Il 6 maggio 1527 avvenne il Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi, soldati arruolati nell’esercito di Carlo V. Le guardie svizzere parteciparono a quella battaglia permettendo, con il loro sacrificio, a papa Clemente VII di salvarsi.

Su 189 svizzeri furono salvi solo quarantadue, cioè quelli che avevano accompagnato Clemente VII nella fuga lungo il Passetto di Borgo. Il papa rinchiuso a Castel Sant’Angelo, firmò un accordo grazie al quale riotteneva lo Stato pontificio ma perdeva molti luoghi strategici.

Il 6 dicembre il papa abbandonò Roma alla volta di Orvieto; dopo qualche mese venne a Viterbo, dove rimase fino al termine dell’occupazione.

 

 

Sitografia:

http://www.guardiasvizzera.va/content/guardiasvizzera/it.html

https://www.facebook.com/gsp1506/ (per le foto)

 

Elena Cangiano

elena-cangiano

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