GLI ANNI DELLA FORMAZIONE

Figlio di Giuseppe, nacque a Viterbo il 16 settembre 1721. A quindici anni si trasferì a Roma dove fu allievo di F. Mancini ricevendo da lui un’educazione interamente nella tradizione accademizzante.
A Roma abitò per un periodo con il concittadino Vincenzo Strigelli. Insieme a questi realizzò, successivamente, la decorazione della chiesa del Gonfalone a Viterbo.
Complessivamente, prima del 1756, della sua vita e della sua opera si conosce poco; proprio per questo il san Giovanni evangelista costituisce un documento importante.
LA MATURITA’
Il 9 novembre del 1756 venne ammesso all’Accademia di S. Luca, momento che denota il riconoscimento ufficiale dell’artista, con pezzo d’accoglimento la Natività. Dello stesso 1756 sono gli affreschi del Gonfalone a Viterbo eseguiti, come anticipato, in collaborazione con lo Strigelli. Per la parte che a lui compete (tondi con gli apostoli Simone e Giuda e Decollazione del Battista in una lunetta), si può osservare come anche nelle più spericolate acrobazie illusionistiche lo stile sia solidamente disegnativo e accademico.
Tra il 1758 ed il 1763 realizzò opere intensamente barocche come la tela nella Certosa di Vedana in Val Belluna o il Sacrificio d’Isacco e il Ritrovamento di Mosè di San Marcello a Roma.
Ma il periodo di maggior successo del Corvi fu sicuramente il ventennio tra il 1760 ed il 1780. In questo periodo l’artista venne molto ricercato. Tra le opere di questi anni vanno ricordate l’Allegoria della Pittura della Walters Art Gallery di Baltimora e i soffitti per il palazzo Doria e per il palazzo Borghese a Roma.
Spesso realizzò quadri religiosi come la Madonna con i santi Giuseppe, Caterina d’Alessandria e Nicola da Bari del 1763 (oggi alla Galleria Nazionale di Roma) o la stessa S. Giacinta Marescotti conservata nel Museo Colle del Duomo.
Corvi fu in grado, in questo periodo, di utilizzare stili differenti che testimoniano la sua attività di ricerca e l’apertura anche alle esperienze dei napoletani o dei veneziani. Dimostrò sempre la sua sensibilità e attenzione ai mutamenti del gusto del periodo. Ma tutte queste opere sono caratterizzate da un progresso verso un neoclassicismo sempre più marcato.
GLI ULTIMI ANNI
La produzione diminuisce e si fa ineguale dopo il 1780, nonostante questo periodo segni la diffusione della fama di Corvi fuori Roma. In questi anni sue opere vennero inviate in Piemonte, Toscana, Lombardia, Veneto, fino in Russia.
E’ importante sottolineare che Corvi durante la sua vita operò anche da ritrattista e da restauratore.
Scrisse anche un volume Sulle proporzioni del corpo umano e della figura pubblicato postumo.
Domenico Corvi ricoprì anche un incarico nella Repubblica romana del 1798-99. Documenti, infatti, comprovano che “incominciò nel glaciale ad esercitare l’ufficio di Assessore delle Antichità per la pittura”.
Morì a Roma il 22 luglio 1803.