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750 anni dal primo Conclave. Anniversario della pergamena “del palatio discooperto”

Palatio discooperto

Il Conclave di Viterbo: le premesse

Il concilio dei cardinali si riunisce nel Palazzo dei Papi di Viterbo già dalla fine di novembre dell’anno 1268. Dopo la morte di Papa Clemente IV si doveva procedere all’elezione del nuovo pontefice. Agli inizi del 1270, dopo più di un anno di sede vacante, a Viterbo si trovava anche il generale dell’Ordine dei Frati Minori (Francescani) Bonaventura da Bagnoregio. Questi preso atto della divisione dei cardinali cerca di esortare il consesso dei cardinali a concludere l’iter elettivo, ma senza successo.

Troppo aspre erano state le divisioni in seno al concilio, e difficilmente si sarebbe arrivati ad un accordo procedendo come consuetudine. Quel metodo prevedeva saltuari incontri in Cattedrale e a sera la libertà per gli elettori di ritirarsi nelle proprie stanze.

La nascita del Conclave

Nel gennaio 1270 i cardinali lanciarono la scomunica nei confronti di Corrado da Alviano. Il podestà di Viterbo aveva ecceduto nell’esortali, spingerli e minacciarli perché raggiungessero un pronto accordo. In questo scenario la tradizione colloca la nascita dell’idea di rinchiudere i cardinali “cum clave”, attribuendola allo stesso Bonaventura.

Il 1 giugno 1270 furono chiuse le porte della città e i cardinali dalle loro private abitazioni furono portati nella “grand’aula del palagio vescovile” e lì rinchiusi fino ad elezione avvenuta. I viterbesi provvidero nei giorni seguenti a scoperchiare l’aula per indurre maggiori disagi e pressioni ai cardinali.

Questi il giorno 8 giugno 1270 rispondono con un documento di eccezionale valore storico, oggi esposto presso il Palazzo dei Papi di Viterbo, emesso a firma di tutti i cardinali presenti “ex palatio discooperto” cioè dal palazzo scoperchiato, intima alle autorità cittadine ed in particolare al Podestà ed al Capitano del Popolo Raniero Gatti di concedere “per quel debito di fedeltà che vi lega a noi ed alla Chiesa Romana” la liberazione immediata dell’infermo Cardinale Enrico di Ostia “da questo palazzo in cui siamo chiusi”.

Sigilli cardinalizi
Sigilli cardinalizi

Il documento “ex palatio discooperto” e la conclusione dell’elezione

Il documento rappresenta la più antica traccia scritta della clausura imposta al collegio cardinalizio durante questo lungo periodo di sede vacante.

Questa si concluse solo nel settembre del successivo anno 1271 quando i cardinali, con un’elezione di compromesso e una commissione ridotta a soli 6 membri, eleggono al soglio pontificio l’arcidiacono di Liegi Tedaldo Visconti. Il legato pontificio di origine piacentina, che al momento dell’elezione si trovava in terra santa, sale al trono con il nome di Gregorio X agli inizi del 1272.

Sulla base dell’esperienza viterbese il nuovo pontefice, durante il secondo concilio di Lione del 1274, promulgò la Costituzione Apostolica “Ubi periculum” ratificando da quel momento l’istituzione del conclave come metodo elettivo per i pontefici romani.

 

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