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Accadde oggi, l’appuntamento giornaliero che vi farà compagnia in un periodo così difficile. Abbiamo deciso di prendere questo impegno con l’intento di ricordare alcuni fatti importanti accaduti negli anni passati. Inoltre, con l’occasione, vi suggeriamo uno o più volumi per approfondire l’argomento.

#iorestoacasa aspira a diventare #ioleggoacasa grazie a diverse iniziative in corso. La nostra si vuole porre all’interno di questo flusso.

ACCADDE OGGI: Firma della Convenzione di Santa Fé nel 1492

Il 17 aprile di quell’anno, dopo un intenso periodo di trattative durate tre mesi, venne firmata la Convenzione di Santa Fé fra i Re Cattolici Ferdinando II d’Aragona, Isabella I di Castiglia e il genovese Cristoforo Colombo.  

Quest’ultimo, grazie al contratto firmato, assunse il grado di ammiraglio, la carica di viceré e di governatore di tutte le terre eventualmente scoperte con tanto di titolo ereditario. Inoltre avrebbe avuto anche la possibilità di conferire ogni tipo di nomina nei territori conquistati e una rendita del 10% su tutti i traffici marittimi futuri. La somma necessaria per l’armamento della flotta sarebbe stata divisa fra le due parti. Metà sarebbe stata versata dalla corte e l’altra dallo stesso ammiraglio, finanziato a sua volta da alcuni banchieri genovesi.

I due sovrani spagnoli volevano raccogliere le ricchezze che si sarebbero potute trovare in quella terra identificata come “Le Indie”. L’obiettivo di Colombo, invece, era quello di dimostrare che per arrivare in Asia esisteva una seconda via. Anziché andare verso est e seguire le orme di Marco Polo, ci si poteva dirigere ad ovest raggiungendo la stessa meta ma in minor tempo.

L’antefatto

Cristoforo Colombo cominciò giovanissimo a navigare; nel 1477 si stabilì in Portogallo dove elaborò l’idea di raggiungere l’Oriente navigando verso Occidente. Questa idea venne dettata dalla sua conoscenza della mappa del fiorentino Paolo Toscanelli il quale era certo che, essendo la terra sferica, esistesse una rotta che permettesse di arrivare sulle coste orientali dell’Asia senza circumnavigare l’Africa, attraversando in linea retta e in direzione Ovest, l’Oceano Atlantico. Colombo facendo i suoi calcoli, però, effettuò un errore: pensò che si potesse raggiungere il Giappone con un viaggio di circa 5.000 km invece degli effettivi 20.000.

Il genovese presentò il suo progetto al re del Portogallo, ma egli lo ritenne non realistico – dobbiamo ricordarci infatti che il Portogallo in quel periodo era impegnato in una politica espansionistica lungo le coste africane e dunque non aveva risorse da impiegare altrove. Fu per questo motivo che Colombo si trasferì in Spagna riuscendo ad ottenere, la tanto sospirata approvazione.

La spedizione

La prima spedizione comprendeva una caracca, la Santa Maria, di 200 tonnellate, comandata dallo stesso Colombo, e due caravelle, la Pinta, di 140, e la Niña, di 100; queste ultime erano comandate da due spagnoli, i fratelli Alonso e Yañez Pinzón. Lo scopo dell’impresa era esclusivamente commerciale e mirava ai ricchissimi mercati della Cina e del Giappone. 

Il viaggio che iniziò il 3 agosto 1492 da Palos de la Frontera mise fine ad un’epoca per approdare all’età moderna.

LIBRO CONSIGLIATO

Cinque lettere autografe sulla scoperta dell’America, Ghibli 2020

Elena Cangiano

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