Accadde oggi, l’appuntamento giornaliero che vi farà compagnia in un periodo così difficile. Abbiamo deciso di prendere questo impegno con l’intento di ricordare alcuni fatti importanti accaduti negli anni passati. Inoltre, con l’occasione, vi suggeriamo uno o più volumi per approfondire l’argomento.
#iorestoacasa aspira a diventare #ioleggoacasa grazie a diverse iniziative in corso. La nostra si vuole porre all’interno di questo flusso.
ACCADDE OGGI: Scoperta la congiura contro Nerone nel 65 d.C.
Il 19 aprile di quell’anno venne scoperta una congiura contro Nerone, organizzata dall’aristocratico romano Gaio Calpurnio Pisone.
Le motivazioni
Per i congiurati, almeno 41 persone tra cui senatori, militari e intellettuali, si trattava per lo più di rancori personali dovuti principalmente agli eccessi o agli atti crudeli attuati dall’imperatore. C’erano però anche visioni politiche diverse riguardo alle sorti dell’impero.
Nel 65 i membri della congiura si riunirono nella villa di Pisone a Baia. Stabilirono di uccidere Nerone durante i giochi a lui dedicati al Circo Massimo. Il console Plauzio Laterano si sarebbe dovuto gettare ai piedi dell’imperatore da supplice, accoltellandolo. Intanto, gli altri complici sarebbero intervenuti in modo che potesse avvenire un’esecuzione plateale. Morto l’Imperatore, Gaio Calpurnio Pisone sarebbe stato proclamato come nuovo princeps dalla Guardia Pretoriana grazie all’appoggio del Prefetto del Pretorio Fenio Rufo, di Tigellino, del tribuno militare Subrio Flavio e del centurione Sulpicio Aspro.
La scoperta
Una liberta di nome Epicari tentò di fare entrare nella congiura un ufficiale della flotta di Miseno, Volusio Proculo. Costui provava un grande malcontento verso Nerone poiché non era stato ben ricompensato per aver preso parte nell’assassinio di Agrippina. Epicari, che era a conoscenza della congiura, tentò di coinvolgere anche Proculo ma lui, sperando di essere questa volta premiato dall’imperatore, denunciò Epicari. La donna venne immediatamente arrestata senza che la congiura venisse scoperta perché non rivelò alcun nome e mancavano altri testimoni. Nerone, però, essendo diffidente, la lasciò comunque in prigione.
Scoprirono, però, la congiura a seguito della denuncia di uno schiavo al servizio del congiurato Scevino. Nerone intuì la complicità tra lo stesso Scevino e un altro congiurato, Natale, entrambi amici di Pisone. Interrogarono i due separatamente e Natale decise di confessare immediatamente andando ad indicare tra i nomi dei congiurati quelli di Pisone e di Seneca.
Tra il 65 e il 66 cominciarono, su ordine dell’imperatore, una serie di processi sommari, di esecuzioni e anche di suicidi: come la celebre morte di Seneca. Lo stesso Pisone si suicidò e trovarono la morte anche Petronio Arbitro, Marco Anneo Lucano, Plauzio Laterano e Subrio Flavio.
LIBRO CONSIGLIATO
Nerone, il grande incendio di Roma e la congiura di Pisone, Edizione Saecula 2015