Accadde oggi, l’appuntamento giornaliero che vi farà compagnia in un periodo così difficile. Abbiamo deciso di prendere questo impegno con l’intento di ricordare alcuni fatti importanti accaduti negli anni passati e con l’occasione suggerire uno o più volumi per approfondire l’argomento.
#iorestoacasa aspira a diventare #ioleggoacasa grazie a diverse iniziative in corso. La nostra si vuole porre all’interno di questo flusso.
ACCADDE OGGI: Il debutto della Gioconda di Amilcare Ponchielli nel 1876
L’8 aprile di quell’anno debuttò alla Scala di Milano la Gioconda di Amilcare Ponchielli, su libretto di Boito.
Amilcare Ponchielli (1864-1886), compositore italiano, si approcciò alla musica grazie al padre, organista e maestro di scuola. A nove anni, prima dell’età consentita, riuscì a superare l’esame di ammissione al Regio Conservatorio di Milano dove nel 1854 conseguì il diploma. La sua carriera cominciò con l’incarico di maestro sostituto al teatro Concordia di Cremona e proseguì con il ruolo di organista della chiesa di Sant’Imerio. Nello stesso periodo compose le sue prime opere: I Promessi Sposi (1856), tratta dal romanzo di Alessandro Manzoni, La Savoiarda (1861) e Roderico, Re dei Goti (1863). Queste opere però non ricevettero l’accoglienza sperata tant’è che nel 1865, benché fosse primo in graduatoria, non ottenne la cattedra di contrappunto al Conservatorio di Milano. Per il compositore quello fu un periodo pieno di incertezze e profonda amarezza che si ripercosse poi sulla sua spinta creativa. Nel 1872 decise di mettere in scena al Teatro Dal Verme di Milano una nuova versione de I Promessi Sposi, con il libretto riveduto da Emilio Praga: questa volta l’esito fu ottimo e davvero soddisfacente.
Dopo essere stato ignorato per quasi vent’anni, quella fu la mossa che riuscì a far vivere all’artista un momento aureo. Riuscì infatti nel 1876 a debuttare alla Scala con la sua opera più apprezzata di sempre: la Gioconda, su libretto di Arrigo Boito. L’opera ottenne un grande successo, soprattutto dopo una serie di rifacimenti, anche grazie alla celebre Danza delle ore, azione coreografica collocata nel terzo atto.