Gli ultimi articoli

I vespri siciliani

Accadde oggi, l’appuntamento giornaliero che vi farà compagnia fino almeno al 3 aprile. In questi tempi difficili abbiamo deciso di fissare questo appuntamento con l’intento di ricordare alcuni fatti importanti accaduti negli anni passati e con l’occasione suggerire uno o più volumi per approfondire l’argomento.

#iorestoacasa aspira a diventare #ioleggoacasa grazie a diverse iniziative in corso. La nostra si vuole porre all’interno di questo flusso.

ACCADDE OGGI: I vespri siciliani nel 1282

Il lunedì dell’Angelo di quell’anno, ossia il 30 Marzo, a Palermo all’ora dei vespri scoppiò una ribellione storica. Bersaglio della rivolta furono gli Angioini, dominatori francesi dell’isola, avvertiti dai siciliani come oppressori. Da Palermo i moti si sparsero quasi subito all’intera isola.

Le premesse

La situazione politica che prelude ai Vespri vedeva Carlo I d’Angiò, re di Sicilia, perseguire una politica aggressivamente espansionistica. Conquistato il meridione italiano, le mire del re volsero a quel che restava dell’impero bizantino in Oriente. In Sicilia però la situazione era critica a causa della riduzione delle libertà baronali (una scelta rischiosa visto quello che era accaduto già in Inghilterra mezzo secolo prima) e, soprattutto, per colpa di una opprimente politica fiscale.

Gli Angiò si mostrarono insensibili a qualunque richiesta di ammorbidimento praticando usurpazioni, soprusi e violenze. I nobili siciliani, in particolare il diplomatico Giovanni da Procida, riposero le proprie speranze nell’imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, già in contrasto con Carlo I d’Angiò, e in Papa Niccolò III, allora nella sede di Viterbo da dove cercava – come i predecessori – di influire sulla politica italiana, dimostratosi disponibile ad una mediazione, e in Pietro III d’Aragona.

Già alla fine del 1280, con la morte del Papa Niccolo III e l’impegno politico dell’imperatore bizantino contro veneziani ed angioini, i baroni siciliani organizzarono una sollevazione popolare. Volevano dare un segno tangibile della loro determinazione. Trovarono una sponda solo in Pietro d’Aragona che accorse effettivamente in loro aiuto.

Le guerre del Vespro

Ma l’evento più rilevante avvenne due anni dopo durante la funzione serale dei Vespri. Il 30 marzo 1282, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito a Palermo, accadde l’evento che generò tutto: secondo la ricostruzione storica, un soldato dell’esercito francese, tale Drouet, rivoltosi in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna accompagnata dal consorte, venne ucciso dallo sposo il quale era riuscito a sottrarre la spada al soldato. Quel gesto venne utilizzato dai palermitani come l’autorizzazione alla “caccia ai francesi” che dilagò in breve tempo in tutta l’isola, trasformandosi in una vera e propria carneficina. Pochi francesi riuscirono a salvarsi, rifugiandosi nelle proprie navi attraccate lungo la costa. 

L’indomani la città di Palermo si proclamò indipendente. Dopo di lei fu la volta di Corleone, Taormina, Messina, Siracusa, Augusta, Catania, Caltagirone e, via via, tutte le altre città. 

La rivolta iniziale evolse nelle “guerre del Vespro” che si conclusero solo con il trattato di Avignone solo nel 1372, quasi un secolo dopo e grazie ad una serie di trattati (come quello di Anagni del 1295 realizzato grazie al re di Francia e Bonifacio VIII ma rifiutato dal parlamento siciliano riunitosi nel castello di Milazzo), matrimoni politici e accordi di ogni genere.

LIBRO CONSIGLIATO

I vespri siciliani, Flaccovio 2012

Elena Cangiano

Condividi :